venerdì 28 aprile 2017

La nostra storia di latte... mamma Marysa e Carlotta


Buongiorno Monica, mi farebbe molto piacere che pubblicassi sul tuo blog la mia storia,
Il 17-11-2015 viene al mondo la mia bimba, parto naturale, indotto e senza epidurale. L'attacco al seno avviene sin da subito in sala parto. Le ostetriche molto gentili e pronte a rispondere ad ogni mia domanda. Dopo qualche ora inizio già a sentire male ai capezzoli, così mi consigliano di applicare la pomata alla lanolina e lasciare il seno scoperto così da poterlo far respirare. Ovviamente, il male aumenta. Più volte mi è stato spiegato (da loro) come dover attaccare in modo corretto la mia piccola, ma nulla da fare. Arrivata a casa, inizia il baby blues. Un po' perchè fondamentalmente avevo 24 anni e quindi con la gravidanza in atto non avevo ancora ben capito come sarebbe cambiata radicalmente la mia vita e un pò per il male atroce dovuto alle RAGADI. Urlavo, piangevo, ero molto arrabbiata e "infelice", sentivo di non essere capita. Ero circondata da donne che continuavano a ripetermi: "tesoro, è normale che tu abbia male al seno, è capitato a tutte. Resisti!" Questo non mi aiutò. Arrivai al punto di avere l'ingorgo e mi rifiutai di attaccarla dal male "atroce". Volevo smettere di darle il mio latte a tutti i costi, così mi recai in ospedale dalle ostetriche e chiesi loro le "pastiglie". Nulla da fare, fortunatamente non me le diedero e mi convinsero a continuare, a svuotarmi il seno con il tira latte. Per i primi giorni mi consigliarono di dare il mio latte a Carlotta con il bibe, il dolore al seno sarebbe diminuito e avrei mantenuto la produzione del latte sia tirandomelo con il tira latte che attaccandola al seno. Così feci. Arrivò però il momenti in cui la dovetti attaccare nuovamente e così rincominciò il "dolore". Provai qualunque tipo di crema, anche i copri capezzoli in argento (quelli mi facevano venire l'ingorgo) e i copri capezzoli areati con i buchini che permettevano a seno di respirare e nel frattempo raccoglieva il gran latte che perdevo, ma nulla cambiò. Dopo ben due mesi e mezzo di dolore (più lieve col passare del tempo rispetto all'inizio),passò. Il pediatra di mia figlia mi consigliò una crema e....MIRACOLO! il dolore era scomparso, finalmente. Da li in poi non ebbi più dolore e se per caso sentivo un leggero fastidio mi bastava applicare un pò di quella crema e tutto passava. Ripresi a lavorare che Carlotta aveva 3 mesi. Quando non ero in casa, mia mamma o il mio compagno, le davano il mio latte dal bibe e lei lo prendeva ben volentieri. Questo fino al 10° mese, quando non ne volle più sapere e decise di prenderlo solo dal mio seno. Pertanto, quando mi assentavo lei mangiucchiava qualcosa ma senza chiedere latte. Che dire... col senno del poi ringrazio infinitamente le ostetriche (che mi hanno seguito durante il travaglio e parto) che mi hanno incoraggiato a non mollare. Nel corso dei mesi avevo mille dubbi..del tipo: il mio latte è abbastanza sostanzioso? Perche si sveglia così tante volte la notte? E' colpa della tetta? A queste risposte spesso ha risposto la "mitica" consulente dell'allattamento Monica Bielli di sos allattamento Trascorsi ben 14 mesi arrivai a stufarmi della tetta. Era diventata un 'ossessione per Lei. Ogni momento era buono per "ciucciare". Per di più stentava a mangiare la sua pappa. Così temporeggiai ancora due mesi e decisi di togliergliela! Non è stato facile, lei piangeva, il mio seno era duro come un mattone. Il mio consiglio è , quando intraprendete la strada per lo svezzamento al seno, oltre che essere convinte al 101% della vostra scelta, affidatevi a persone competenti! I pediatri spesso sbagliano su qualche passaggio. Per esempio, a me le pastiglie che mi consigliò il pediatra non hanno fatto alcun effetto, ma i consigli di Monica Bielli, sì! Ora è una mangiona. Mangia a tutte le ore. A volte anche di notte e si sveglia ancora 3 volte circa (un po' dorme nella sua culla in cameretta e un po' nel lettone di mamma e papà). Anche se richiede molti sacrifici, il mio consiglio è quello di allattare se ne si ha la possibilità, con l'unica clausola che non deve essere un peso per la mamma.