domenica 1 novembre 2015

IL RUOLO DEL FRENULO NELLA SUZIONE E NEL LINGUAGGIO


Ho sempre difficoltà , in caso di probelmi al frenulo , a far capire ai genitori l'importanza per la corretta suzione del neonato e per il linguaggio. Ho chiesto quindi alla mia amica logopedista Adriana di scrivermi qualcosa che possa aiutarci. Monica ( consulente allattamento IBCLC)
Mi presento: mi chiamo Adriana Totino, sono mamma di Giulio di 21 mesi, attualmente allattato a richiesta e sono logopedista da 10 anni (già!) specializzata in età evolutiva e lavoro in ambulatorio in asl. Vorrei parlarvi, in accordo con Monica, di alcuni aspetti legati alla funzione alimentare e orale. Il primo aspetto riguarda il corretto attacco al seno del neonato: un neonato è naturalmente programmato per nutrirsi al seno di mamma e mamma è naturalmente programmata per adempiere alla sua funzione nutritiva. Perché la suzione risultati efficace il neonato deve estroflettere entrambe le labbra e prendere in bocca non solo il capezzolo, ma buona parte dell'areola e con la lingua stimolare la ghiandola mammaria a produrre latte. Talvolta, però, può succedere che l'attacco non sia corretto e questo può comportare dolore per la mamma fino alla comparsa di ragadi e/o scarsa efficacia della suzione che comporta scarso accrescimento per insufficiente assunzione di latte (è la suzione del neonato che stimola la produzione di latte) in questi casi è opportuno cercare tempestivamente il consulto di un'esperta in allattamento (ibclc) perché spesso l'attacco scorretto è correggibile, ad esempio modificando la posizione o stimolando il neonato ad aprire bene la bocca, talvolta, però, ci sono anche impedimenti organici: è il caso del frenulo corto (anchiloglossia), in caso di frenulo linguale corto la lingua è fisicamente impossibilitata a stimolare correttamente la produzione di latte e la conseguenza è che spesso si passi al biberon, quando in realtà un semplice intervento di resezione del frenulo (frenuloctomia) potrebbe consentire un recupero totale della funzione alimentare. Inoltre mi preme sottolineare come un frenulo corto possa risultare un impedimento nell'acquisizione di alcuni fonemi come la r/l/z/t che richiedono l'elevazione linguale. L'intervento di resezione è svolto in ambulatorio in pochi minuti con una piccola anestesia locale e non ha gravi controindicazioni, il sanguinamento è molto ridotto tanto che è possibile allattare il bambino subito dopo con immediato beneficio per il dolore materno e per 'efficacia di suzione del neonato. L'intervento è tanto più efficace e semplice quanto più precocemente viene eseguito. Spesso, però, i genitori temono questo semplice intervento e i pediatri sottovalutano il problema, ma la conseguenza è che si passi al latte artificiale e al biberon privando il neonato del suo alimento specie specifico e della funzione anche consolatoria del seno e in secondo luogo si vada incontro a una difficoltà nell'acquisizione del linguaggio con il rischio che l'intervento si debba poi fare a 5/6 con maggiori difficoltà. Bibliografia Ankyloglossia and breastfeeding. Paediatr Child Health. 2015 May;20(4):209-18. Canadian Paediatric Society, Community Paediatrics Committee. The effects of frenotomy on breastfeeding. J Appl Oral Sci. 2015 Mar-Apr;23(2):153-7. doi: 10.1590/1678-775720140339. Martinelli RL(1), Marchesan IQ(2), Gusmão RJ(3), Honório HM(4), Berretin-Felix Tongue-tie and frenotomy in infants with breastfeeding difficulties: achieving a balance. Arch Dis Child. 2015 May;100(5):489-94. doi: 10.1136/archdischild-2014-306211. Epub 2014 Nov 7. Power RF(1), Murphy JF(1). Author information: (1)Department of Neonatology, The National Maternity Hospital, Dublin, Ireland. Surgical speech disorders. 1. Facial Plast Surg Clin North Am. 2014 Nov;22(4):593-609. doi: 10.1016/j.fsc.2014.07.010. Epub 2014 Nov 8. Shen T(1), Sie KC(2). Effectiveness of tongue-tie division for speech disorder in children. Pediatr Int. 2015 Apr;57(2):222-6. doi: 10.1111/ped.12474. Epub 2014 Nov 10. Ito Y(1), Shimizu T, Nakamura T, Takatama C. Lingual frenectomy: functional evaluation and new therapeutical approach. Eur J Paediatr Dent. 2012 Jun;13(2):101-6. Olivi G(1), Signore A, Olivi M, Genovese MD.

lunedì 28 settembre 2015

Allattare si può... La storia di latte di Cinzia e Manuel...


Manuel dorme. Eccomi qui. Qualche minuto per portare la mia esperienza.. piccola al momento (7 mesi e mezzo non è tanto) ma ricca di volontà. Non esiste allattamento senza parto, e il mio non è stato dei migliori. Il mio vissuto è stato pieno di sofferenza: un travaglio che non è partito, un cesareo e per non farci mancare nulla anche una bella trasfusione di sangue. Ora, io avevo tutte le mie idee sul parto non ospedalizzato, le aspettative erano tante e sicuramente non è stato facile, però immaginatevi quanto sia delicata e fragile una mamma (anche la mamma che ha potuto provare il miglior parto in assoluto) e di come stravolge la vita una creaturina nuova da amare e di cui prendersi cura… Oltre a questo il mio seno era la parte del corpo con cui meno avevo confidenza, un seno piccolo su cui non ho mai puntato certo il mio sex appeal … ma ci tenevo ad allattare ed ero informata su tutto , ma proprio tutto. Tutto nella teoria… Non faccio in tempo ad uscire dall’ospedale con una montata lattea che non riuscivo nemmeno a indossare la canottiera , il contatto col seno mi faceva male, mi dava fastidio, ed erano i primi di febbraio.. chiedo Monica di venir a casa il prima possibile… mi dimettono con un sacco di “cose da fare” (puntura per far coagulare il sangue , ferro, ecc) il mio compagno ed io torniamo a casa,e panico!!! Non riuscivo ad attaccare Manuel.. non c’era nulla da fare. Io ero tesa, non depressa, ma vedevo solo tutto grigio , un elefante davanti agli occhi non mi permetteva di godere di quel “ cosino” tra le mie braccia.. (a volte, confesso che rimpiango questo, così nel presente di oggi me lo strapazzo di coccole) Una volta a casa per fortuna avevamo un po di latte artificiale e la notte è andata, con momenti di panico ma è andata .. alle 10 deve arrivare Monica! io stavo troppo in preda ad un vortice di tensione (muscolare soprattutto) , ormoni.. era così, ed è stato così per molto tempo ancora. Di prima mattina viene mia mamma ( maternage zero) a casa che miracolosamente mi attacca il bambino… poi arriva Monica e con lei vediamo come ciuccia Manuel, l’attacco, il seno.. che era intoccabile.. i capezzoli, le piccolissime ragadi che sembravano potessero uscire..e tante lacrime.. non riuscivo a trattenere le lacrime.. Avrei voluto un parto differente , la mia condizione fisica mi buttava tremendamente giù di morale, mi sentivo inadatta, incapace, non ero riuscita a partorire, non riuscivo ad allattare, di notte sudavo da quanto il mio corpo era fragile, davo a Manuel il latte artificiale perché io non ce la facevo fisicamente, mi hanno raccomandato di non tenere il mio cucciolo in braccio in piedi dato che sarei potuta cadere come una pera cotta… non avevo nessuna forza dentro di me.. come un gatto che si morde la cosa.. sentivo che stavo soffrendo e stavo male e più vivevo questo e meno riuscivo a spostare quell’elefante davanti i miei occhi… Tra mia mamma che diceva che il bambino non si attaccava e mia suocera che non vedeva il latte… ero sballottata tra i mille consigli di tutti, e dalla paura che Manuel non crescesse, che non dormiva perché non lo saziavo abbastanza.. .. ma ogni volta che piangevo il latte sgorgava a fiumi… Un episodio di questi ricchi di emozione, lacrime e risa, (perché poi ci sono state anche le risa) è stato quando Monica mi ha fatto provare un paracapezzolo e dopo che Manuel si è staccato ho visto il latte con la schiumetta… come quella del cappuccino per intenderci… riso e pianto si mescolavano con l’emozione di nutrire il mio bimbo. Monica mi ha fatto visita ancora.. e poi continua a far parte di questa nostra avventura di allattamento… Vorrei condividere ancora una cosa, che spesso è vissuto come un tabù per le mamme.. comprato il tiralatte, Monica è a farci visita quando le spiegavo la sensazione che provavo, non ricordo le parole esatte.. ma mi ero espressa così : “ mi viene voglia di dare dei calci” di fatto si chiama disturbo disforico di emissione, col tempo è passato, (io sono la prova vivente che passano certe sensazioni!!) ho prediletto il ciuciatore originale dal tiralatte, però a me è successo, di aver male ai capezzoli, di aver degli ingorghi, di credere di non farcela a continuare ad allattare… intorno a me e dentro di me ho dovuto combattere molto, ma avevo una buona alleata : Monica. E ringrazio anche la mia amica Felicitas che mi ha dato tanto supporto. Ma soprattutto a Manuelito, perché è per lui che ho trovato la forza interiore col tempo di spostare quell’elefante. Allattare si può.

venerdì 28 agosto 2015

QUESTIONE DI RITMO E AMORE....la storia di latte di Antonella e Edoardo


Non ho una vera e propria storia di allattamento da raccontare. È vero siamo partiti un po' a rilento. Mi ricordo che appena me lo misero vicino nel letto subito fuori dalla sala parto, lui non riuscì ad attaccarsi, mi sentì così incapace, l'ostetrica allora mi disse di non preoccuparmi che ci avremo riprovato una volta in stanza. Furono quattro giorni difficili quelli che seguirono, non riuscivo ad attaccarlo da sola e ogni volta ero costretta a chiedere aiuto, provavo e riprovato, ma niente. Purtroppo non tutto l'aiuto fu costruttivo, anzi il più delle volte mi guardavano un po' così... Come dire "eh.. si vede che è il suo primo figlio".. prendevano la testolina di edo da una parte e il mio capezzolo dall altra e glielo conficcavano letteralmente in bocca. Per fortuna Edo ciucciava tutto quello che poteva e anche di più, una volta attaccato era una vera pompa aspira tutto. La montata lattea arrivò praticamente subito. Avevo questo seno enorme che perdeva latte da tutte le parti. Per fortuna, nonostante mi sentissi un po' un " fallimento" come mamma, lui cresceva tantissimo, era quello che aveva recuperato di più dopo il calo fisiologico. Per questo motivo credo non m sia mai stato consigliato aggiunte o paracappezzoli o altri aiuti, come ho sentito in altre storie: Edo cresceva davvero tanto. Riuscì ad attaccarlo da sola soltanto l'ultimo giorno di ricovero, mi sentì un pochino più sollevata. Sapevo dentro di me che io e lui insieme a casa, ce la saremmo cavata. Una volta a casa avevamo ancora un bel po' di problemi, riuscivo ad attaccarlo solo al seno destro e in più mentre era attaccato da una parte, dall'altra lo innaffiato tipo idrante... lo lavavo completamente, così dovevo coprirlo con un asciugamano. Tutti mi dicevano che la posizione più comoda e più semplice era quella da coricata, ma io proprio non ci riuscivo, ho dovuto aspettare qualche mese prima di riuscirci (ora è la nostra preferita x fare la nanna ). Così mi alzavo la notte, andavo in sala, mettevo un piede sul tavolino in modo da riuscire a portarlo alla giusta altezza del capezzolo, lo coprivo con l' asciugamano e li iniziavano i tentativi, innumerevoli, poi una volta attaccato... e chi lo staccava più.. succhiava davvero come se non ci fosse un domani. Era tutto molto difficile, quanti pianti, il mio compagno m chiedeva se ero davvero convinta di continuare, mi vedeva stanca e abbattuta... ma la mia risposta era sempre la stessa: "ce la facciamo, dobbiamo solo trovare il nostro ritmo". Sempre difficile, ma sicuramente il fatto di vederlo crescere come un vitellino.. mi ha reso la situazione meno dura da affrontare.. e anche i pianti e le frustrazioni si potevano sopportare. Ed eccoci qua.. a quasi 18 mesi di tetta... ora la prendiamo in tutti modi la tetta... nel vero senso della parola. Direi che io e il mio ometto ce la siamo cavata alla grande!!! Sono felice di aver institito e sono felice di aver scelto l allattamento a richiesta e prolungato, anche se in realtà..non ho scelto proprio niente.. è venuto tutto da se.. nel modo più naturale.. ascoltando il mio piccolo e i nostri cuori. Rifarei tutto... non c'è legame più intenso e non c'è amore più grande.. vedere nei suoi piccoli occhietti tutto quell' amore incondizionato... sentire quelle piccole manine sul petto...
Per tutto questo è per molto altro ancora.. sono felice di aver insistito.

lunedì 24 agosto 2015

ALLATTAMENTO CHE FATICA ....la storia di latte di Silvia


Avevo fatto tutto il corso pre-parto, ero pronta, carica, inesperta ma speranzosa. Avrei allattato, perché lo volevo e perché ci credevo. Il giorno tanto atteso è arrivato e la prima gioia della mia vita è venuta al mondo, facendomi scoprire una forza che non credevo di avere! Il gioco è fatto, evviva, pensavo, inebriata da quell’amore. La fatica del parto l’ho fatta, ora sarà tutto in discesa. Invece stava iniziando la salita!! I miei capezzoli “inesperti” hanno iniziato a farmi male, ricordo che il secondo giorno dissi in lacrime a mio marito: “ma non ho già patito abbastanza con il parto?Devo soffrire anche per allattare?”. Prima le ragadi, poi la montata lattea che non arrivava. Così il giorno delle dimissioni la pediatra senza troppi giri di parole mi disse che non ci avrebbero mandate a casa se Chiara non avesse preso un po’ di peso. Giù di lacrime e di latte artificiale! A casa non andò meglio, perché nascere nelle vacanze di Natale vuol dire aver la casa invasa da amici e parenti con panettoni e moscato! Altro che tranquillità! Mi intimidivo a star sul divano con le tette al vento mentre qualcuno girava per casa, non capivo l’importanza e la sacralità di quei momenti. Però non ho mollato. Pensavo..se non serve per crescere le servirà come coccola e continuavo ad attaccarla..non sapevo a chi chiedere aiuto, nessuno che mi spiegasse..così ho ascoltato il mio istinto e con lo svezzamento, passate le paure del “non crescerà abbastanza” il mio allattamento è diventato un meraviglioso momento di amore e magia tra me e lei. Abbiamo trovato il nostro equilibrio ed il merito è stato quasi interamente della piccola Chiara, che ha sempre cercato il mio seno e, nonostante i miei pasticci, le mie paure, le mie ansie e i miei dolori, lei non si è mai stancata di ciucciare! Finchè, dopo 18 mesi, ho scoperto di aspettare l’altra gioia della mia vita. “Questa volta allatterò senza problemi, perché lo voglio, perché ci credo e perché…ho smesso ieri di allattarne una! Sono esperta!!” Secondo parto, doloroso ma veloce. Sono più serena : “ non avrò problemi questa volta!” Mi sbagliavo, perché la piccola Elena ha sonno. Dorme…dorme…e non si attacca. La montata non arriva fino al decimo giorno!! E’ stato un atto di fede, non cedere al latte artificiale. Andavo ogni giorno al consultorio per controllare che la bimba non perdesse peso, quando era attaccata al seno si addormentava e dovevo svegliarla perche succhiasse un po’! Questa volta ho avuto il sostegno di Monica Bielli consulente professionale in allattamento IBCLC, fondamentale per non cedere allo sconforto! La differenza, questa volte l’ha fatta il sostegno che ho avuto da lei e dal confronto con le altre mamme del gruppo “SOS ALLATTAMENTO”. Ora la porta di casa era chiusa ai parenti ed il lettone era tutto per me e le mie bimbe. Nella quiete abbiamo trovato il nostro contatto perfetto e l’allattamento ha avuto la storia più meravigliosa e appagante della mia vita. Due anni di tetta fantastici, di un amore puro ed esclusivo. Quante volte mi sono messa con le tette al vento sul divano ed Elena a ciucciare mentre Chiara regolava il volume con l’altro capezzolo! Perché ora l’equilibrio era da trovare in tre. Noi tre. To be continued….

giovedì 16 luglio 2015

....mamma Laura e del suo principe azzurro Ludovico


Ho letto tante storie di latte in questo periodo di allattamento, storie coraggiose storie sofferte, storie di mamme invincibile che volevano e che ce l'hanno fatta! La nostra storia invece é una storia semplice, una storia di una mamma che, come tante, si é ritrovata con un piccolo bimbo tra le sue braccia da nutrire di latte e amore! Una storia di paure, di solitudine, una storia di notte insonni, una storia iniziata con la neve in pieno inverno che si é aperta all'estate! Una storia di massaggi, di coccole, di gioie, di soddisfazione nel vederti crescere tra le braccia solo con il mio latte, una storia di puro amore! Pensateci bene, in tutte le favole che racconteremo ai nostri figli c'è un momento buio e difficile ma, se si tiene duro, e si ascoltano i buoni consigli della " fatina Monica" poi c'è sempre il lieto fine! Questa é la "favolosa" storia di mamma Laura e del suo principe azzurro Ludovico e....vissero felice e contenti!!

martedì 23 giugno 2015

LATTE IN PUNTA DI DITA... la storia di latte di Elena e Gisella


Non si smette mai d'imparare. Al termine dell'allattamento di Ginevra scrissi che speravo di ricominciare presto. Ed ecco 12 mesi esatti dopo, il test positivo! Una gravidanza di per sé problematica mi ha subito fatto capire che ci sarebbe stato da sudare. A causa di un iposviluppo e della mia placenta previa a 37 settimane intervengono. La mia cucciola nasce e stupendo tutti è perfettamente in grado di respirare autonomamente. Gisella la piccola guerriera 2kg di peso per 44 cm. Da qui inizia il mio secondo allattamento. Post cesareo e bimba con iposviluppo. Mi ero informata ed ero già in contatto con Monica Bielli il mio angelo del latte. Sapevo che dovevo iniziare il prima possibile a tirarmi il latte. E così fu. Tiravo ogni tre ore giorno e notte e tutto quello che usciva era per lei. Ci dimettono dopo 5 gg il calo massimo sono stati 80 gr ma era già in rimonta. A 48 ore dalle dimissioni (1 settima dalla nascita) aveva recuperato il peso alla nascita. L 'attaccavo per consolazione e stimolazione ma l'alimentazione era tramite biberon quasi esclusivamente mio latte tirato, avrò dato 2 giunte di artificiale al massimo in un giorno. Vi lascio immaginare quanto dormissi! La piccola però non voleva saperne di mangiare al seno la sua poppata non era efficace. Sapevo di dover intervenire il prima possibile. Chiamai Monica e ci accordammo di vederci da lì 4 gg in mezzo c'era Pasqua. Quando entrò in casa mi sentii al sicuro protetta. Parlammo molto esamino' Gisella dopodiché mi insegnò il finger feeding in pratica dovevo addestrare Gisella alla suzione mediante l utilizzo di una siringa e il mio dito. Se faceva i movimenti corretti rilasciavo il mio latte... così oltre a tirarmelo dovevo anche alimentarla a sondino considerando che prendeva anche 80ml di latte era un'ora buona di lavoro . Quindici giorni così . E l' attaccavo sempre per mantenerla attiva. In pratica ero in piedi 24h24. In aggiunta una serie di esercizi che dovevo far fare alla piccola per posizionare correttamente lingua labbra gengive. .. Dopo due settimane ero velocissima a darle da mangiare . Aveva capito il meccanismo doveva solo tararlo su di me. Decisi di togliere il biberon e attaccarla solo al seno. Provai un week end e... iniziò a prendere peso! A togliere completamente giunte ecc ci ho impiegato un'altra settimana ma che emozione dire a Monica che avevamo vinto anche questa volta ! Adesso ha quasi 3 mesi prende 200gr a settimana e pesa 4,550 kg ovvero 2,5 kg in più rispetto alla nascita !!! è impegnativa ma la soddisfazione di allattarla è enorme !!!! Non smetterò mai di ringraziare Monica per aver reso possibile anche questo allattamento per avermi insegnato a nutrire mia figlia . E come sempre un grazie speciale va a lui che alla fine se tutto questo è stato lo devo soprattutto a Marco il papà, silenzioso spettatore ma fervido sostenitore colui che per primo crede in me anzi in noi.

mercoledì 17 giugno 2015

Quando una madre nasce, la vita si sdoppia... la storia di latte di Simina


Ero alla 34esima settimana e non ero pronta. Pensavo fosse incontinenza e invece erano le membrane rotte. Non avevo nulla di pronto. Allagai la casa in cerca dei body e delle tutine, ancora da stirare e piegare. In qualche modo persi i sensi, per recuperarli molti giorni dopo. Un automa, a cui dire cosa fare e pensare. Questo lo posso dire solo ora, a distanza di 17 mesi quasi, ma allora credo fosse mera sopravvivenza. Quando mi portarono il mostriciattolo in stanza, il giorno dopo, non capivo chi fosse. O meglio, sapevo fosse mio figlio. Ma non provavo nulla. Mi faceva solo ridere, perché era bruttino e rugoso. La sera, il mio compagno mi riportò a trovarlo e di nuovo non lo riconobbi come parte di me, per un attimo temetti che me l'avessero scambiato, ma Fabrizio mi rassicurò. Cominciai ad avvicinarmi un po' a lui quando mi attaccarono al tiralatte. In quei 10 ml di colostro c'era tutto l'inizio della mia vita da madre. I dieci giorni di degenza che seguirono, furono scanditi dagli infiniti tentativi di attaccarlo al seno e dal rumore del tiralatte. Provai anche a chiedere aiuto, ma smisi dopo che un'infermiera strinse fortissimo il piedino di Emil per fargli male di modo che piangendo aprisse la bocca e, a tradimento, gli infilasse il mio capezzolo in bocca. Una volta tornati a casa, la nostra storia continuò piuttosto bene. Il tiralatte era il mio miglior amico, anche se prima di ogni bibe continuavo a proporgli il seno, giorno e notte. I risultati però, erano sempre gli stessi. Una ciucciatina e si addormentava stremato dalla fatica. I giorni passavano e pian piano la produzione di latte sembrava diminuire. Erano apparse in casa anche delle scatole di latte artificiale e ogni tanto il mantra era “Non è mai morto nessuno di latte artificiale!”. Io stessa cercavo di convincermi, mentre vedevo aumentare il fabbisogno di Emil e diminuire la mia capacità di nutrirlo, di essere sua madre. Il latte rappresentava la mia indulgenza. Dovevo farmi perdonare perché il mio corpo l'ha espulso prima del tempo, perché ho permesso che me lo portassero via, per non averlo amato sin dall'inizio. Guardavo le foto di altre mamme che allattavano i piccoli e mi sentivo mamma a metà, e anche meno. Nel suo quarantesimo giorno di vita ho vissuto il momento più brutto ma anche il più bello. Come al solito, la mattina mi attaccai all'aggeggio, 30 ml in 3 ore. Decisi di smettere di illudermi e di mettermi il cuore in pace. L'avrei coccolato, baciato e abbracciato, fino allo sfinimento. Avrei trovato il modo per compensare. Verso le 7 di sera, decisi di darci un'ultima possibilità. Io e lui, sul divano e.... si attaccò al seno per non staccarsi mai più, rivelandosi un ottimo ciucciatore. Non ho ancora trovato le parole che meglio identificassero quel momento. Vi risparmio gli aneddoti con i vari operatori sanitari, perché nulla conta più. Quando una madre nasce, la vita si sdoppia, ed il latte materno diventa il giro di boa tra la vita terrena e quella in paradiso. Sì, per me è stato un po' come morire dolcemente e riaffacciarmi alla vita nuova, pulita e nel mio piccolo farò il possibile perché nessuna mamma debba rinunciare alla sua vita di latte, di amore e di vita stessa.

venerdì 5 giugno 2015

...a volte la vita ci pone davanti a cambi di direzione obbligati e noi mamme li dobbiamo saper accettare... LA STORIA DI LATTE DI CARLA E GIOVANNI


Dopo una gravidanza da manuale, un parto non particolarmente doloroso durato 3 ore inizia la mia storia di latte con Giovanni..mi sembra ieri e son già passati 8 mesi e mezzo.Desideravo molto allattarlo,avevo letto qualche libro e seguito il corso pre-parto ma il desiderio era così grande che il pensiero di non riuscirci mi ha mandata in confusione facendomi perdere la lucidità.Purtroppo non sapevo dell'esistenza di consulenti in allattamentoDei giorni in ospedale ricordo la sensazione di ansia nell'attendere la montata, in seconda giornata un ingorgo peggiorato inizialmente dal tiralatte ma poi risolto con semplici spugnature...finalmente il terzo giorno ci hanno dimessi con calo fisiologico interrotto.pensavo che una volta a casa tutto sarebbe stato più facile..non è stato così. Consultai il pediatra che mi disse di allattare non oltre i 20 minuti e facendomi doppia pesata in studio mi iniziò a parlare di aggiunta di latte artificiale.Giovanni si addormentava ciucciando i primi giorni e stava attaccato anche un'ora e mezza di fila..e io pensavo alle parole del pediatra..il mio pensiero ricorrente era "ma se sta attaccato così tanto sarà perché non ho abbastanza latte"...dovevo solo avere pazienza e fidarmi di mio figlio e invece dietro consiglio del pediatra ho iniziato a dare aggiunta,vivendola come una sconfitta.Ho poi provato in tutti i modi a toglierla e dopo un mese passato tra tiralatte,das ( dispositivo allattamento supplementare medela) e tanto sconforto, grazie anche all'aiuto e alla pazienza di Monica ci siam riusciti.Poi dopo il primo vaccino la produzione è di nuovo diminuita perché il pupo ciucciava pochi minuti e poco frequentemente...di nuovo aggiunta col das,di nuovo tolta. Al secondo vaccino idem come il primo e il pediatra (che cambiai nel frattempo ) mi propose svezzamento a 5mesi.Mi sono rifiutata e ho iniziato a dare il latte mio tirandolo con tiralatte doppio. Anche qui di nuovo qualche aggiunta..e finalmente ai sei mesi di Giovanni,con lo svezzamento ho iniziato davvero a godermi l'allattamento. Nel frattempo Monica mi ha proposto il suo corso di massaggio infantile..e mi son detta "perché no?" Massaggiavo il pupo e chiacchieravo con altre mamme...tornavamo a casa entrambi più rilassati.Da qui ho iniziato a capire che tutti quei mesi faticosi psicologicamente avevano avuto una loro ragion d'essere. Ho capito che le cose non sempre vanno come speriamo e desideriamo, anche se ci mettiamo tutta l'energia possibile..a volte la vita ci pone davanti a cambi di direzione obbligati e noi mamme li dobbiamo saper accettare.Ora che Giovanni inizia a gattonare e voler esplorare il mondo con le sue gambine non ha più molta pazienza di ciucciare,ma nel mei tai che ha realizzato per noi Simina (carry Koala ) si placa e ciuccia rilassato.stasera dopo una ciucciatina velocissima non ne voleva sapere di fare la nanna e così ho approfittato di un momento in cui era a pancia in giù per iniziare a massaggiargli la schiena...piano piano si è rilassato e per la prima volta si è lasciato andare al sonno senza troppa resistenza . Mi son sentita tanto tanto felice..Grazie Monica e grazie alle mamme di Sos allattamento,siete una risorsa incredibile!!

venerdì 15 maggio 2015

INCONTRI GRATUITI PER GESTANTI E NEO MAMME A NIZZA MONFERRATO


Agli incontri gratuiti informativi sono benvenute le gestanti, le neomamme, i papà e i nonni ! Vi aspettiamo il mercoledì pomeriggio nella sede dell' Ass. Prom. Soc. "Lo Spazio del sè" in via Crova 23 a Nizza Monferrato (lasciare il passeggino al pianterreno e salire al primo piano). CALENDARIO: -- Mercoledì 20 maggio h 16.30 : I pannolini lavabili come sono fatti? come funzionano? quali scegliere? ( incontro tenuto da Happi Ness consulente in formazione babywearing e Roberta Paci ) -- Mercoledì 27 maggio h 16.30: L'esogestazione . I primi 9 mesi dopo il parto ( incontro tenuto da Antonella Canavese - ostetrica del Cardinal Massaia di Asti ) -- Mercoledì 10 giugno h 16.30 : Diventare una famiglia senza perdere la coppia ( incontro tenuto da Claudia Lanni psicologa - psicoterapeuta ) -- Mercoledi 17 giugno h 16.30 : Allattamento al seno, come affrontare le difficoltà (incontro tenuto da Monica Bielli consulente professionale in allattamento IBCLC ) -- Mercoledì 23 giugno h 16.30 : "portare" il bambino - Si avrà modo di visionare diverse tipologie di fasce portabebè - (incontro tenuto da BeHappi consulente in formazione babywearing ) Incontri organizzati da SOSALLATTAMENTO (di Monica Bielli IBCLC) . Info e prenotazioni Monica Bielli 3272027093

mercoledì 25 marzo 2015

...oggi, ad un mese dalla nascita, posso dire orgogliosamente di nutrire esclusivamente al seno mio figlio... LA STORIA DI LATTE DI ERICA E ROMEO

La mia storia di latte inizia da lontano,esattamente dal 2012,anno in cui è nato il mio primo figlio. Nei nove mesi che mi separarono dalla nascita ho letto libri e riviste su gravidanza,allattamento e cure prenatali;tutti a dichiarare che piú si attacca il bambino e piú la produzione di latte aumenta."Benissimo"ho pensato "è facile!". Poi il 26 aprile è arrivato Gioele, un po' pigrotto nel mangiare. Ogni volta che potevo lo attaccavo al seno,ma complice un cesareo,un bimbo sonnacchioso(a tutt'oggi preferisce dormire che mangiare!) e nessuna informazione sulle consulenti,sono uscita dall'ospedale con l'aggiunta:il bimbo aveva perso piú di mezzo chilo. Di questa aggiunta non mi libererò mai,fino a trasformarlo in un allattamento artificiale. Mi sono sentita una fallita. Pochi mesi dopo ho conosciuto quelle che sarebbero diventate due carissime amiche ed entrambe mi hanno consigliato,in un'eventuale altra gravidanza, di rivolgermi ad una consulente,facendomi il nome di Monica. Il 25 febbraio scorso,con un cesareo d'urgenza,viene alla luce Romeo. Avendo avuto sofferenza durante il travaglio e la nascita è stato trattenuto per 5 ore in osservazione. Ho pensato che il mio allattamento era già compromesso. Quando sono riuscita a stringerlo finalmente tra le mie braccia,l'ho attaccato subito al seno. Fortunatamente è stato fin da subito un bimbo molto attivo nel mangiare,ma questo non gli ha impedito di avere un forte calo fisiologico che lo ha portato ad avere anche la febbre. Così mi hanno nuovamente dato l'aggiunta:sono andata in panico. Ho chiamato subito Monica, la quale mi ha dato qualche dritta e mi ha tranquillizzata dicendo che avrei potuto recuperare una volta tornata a casa. Così, appena rientrata,l'ho richiamata,è venuta da me ed ha controllato l'attacco del bimbo,che fortunatamente era perfetto,e con pochi piccoli accorgimenti,come l'uso del tiralatte con una coppetta idonea,integratori naturali,massaggi al seno ho proseguito nella mia ricerca di un allattamento esclusivo al seno,eseguendo anche la doppia pesata per un paio di giorni,per verificare che il bimbo assumesse una seppur minima quantità del mio latte. Con il passare dei giorni mi sono accorta che Romeo non era piú interessato al latte artificiale perchè già sazio del mio e le doppie pesate mi hanno rivelato che stava aumentando bene. Al successivo controllo dalla pediatra ho scoperto che il bimbo aveva preso ben 350 gr in pochi giorni e che quindi i pasti al seno erano sufficienti. Nei giorni successivi abbiamo detto via via addio al latte in polvere e oggi,ad un mese dalla nascita,posso dire orgogliosamente di nutrire esclusivamente al seno mio figlio.

mercoledì 25 febbraio 2015

...chiedete aiuto se necessario e supererete tutte le difficoltà insieme ai vostri cuccioli... LA STORIA DI LATTE DI BARBARA E DELLA PICCOLA AZZURRA


-------------Prima che iniziate a leggere la storia di Barbara ci tengo a precisare che il paracapezzolo è un ausilio valido se usato per brevi periodi e limitatamente ai casi dove può essere davvero di aiuto. Non è un ausilio da usare già in ospedale alla prima difficoltà di attacco. Puà essere valutato l'uso, assieme alla vostra consulente professionale, nei casi in cui il bambino ha la bocca troppo piccola oppure se la mamma ha capezzoli piatti o invertiti in abbinamento ad un bambino con la bocca piccola , in caso si suzione debole con altri ausili che permettano di dare il latte materno senza usare il biberon...RIPETO NON E' UN AUSILIO DA USARE ALLA PRIMA DIFFICOLTA' DI ATTACCO ! Monica Bielli--------------
La storia di latte mia e di Azzurra è iniziata il 05/02/2015. Era la mia seconda gravidanza quindi tante cose le ho date per scontate; tra queste l'allattamento. Ero sicura al 100% che avrei allattato la mia bambina proprio come avevo fatto la prima volta con Andrea, con la stessa facilità e naturalezza. Ho imparato che non sempre le cose vanno come ci si aspetta, che per scontato non bisogna dare nulla e che i bimbi non sono tutti uguali. Dopo un parto lampo e dolorosissimo ho finalmente stretto al petto la mia bambina. Come feci per suo fratello ho provato ad attaccarla subito al seno, posizione pancia a pancia. Dopo un'ora di tentativi vani, nei quali lei sembrava quasi giocare col capezzolo, ho chiesto aiuto ad un'ostetrica che con fatica è riuscita ad attaccarla. Dopo meno di un'ora Azzurra dormiva, così l'hanno portata via per la visita. Il primo giorno l'ha passato a dormire e vomitare liquido amniotico, le infermiere mi dicevano di stare tranquilla che era normale il primo giorno. Il secondo giorno quasi lo stesso, dormiva quasi sempre e ogni volta che provavo ad attaccarla i miei tentativi fallivano miseramente. Col passare del tempo la mia frustrazione aumentava, non riuscivo a spiegarmi il perchè di tanta difficoltà ad attaccarsi, dovrebbe essere naturale ed istintivo per un bimbo, perchè lei non ce la fa? Nel pomeriggio ho chiamato Monica di SOS ALLATTAMENTO che mi ha consigliato di spremermi un pò di colostro e darglielo con un contagocce. Così ho sguinzagliato mio marito in farmacia a comprarlo e per non mi ricordo quante volte mi sono letteralmente "munta" per poter dare qualcosa ad Azzurra. Mentre stavo per darle l'ultimo contagocce, ecco che arriva un'infermiera a prenderla per farle non so quale controllo e io le dicodi aspettare che finivo di darle il colostro. "Mi aspettavo una cazziata da qualcuno, invece la stessa infermiera di prima tornando in stanza mi ha detto che ho fatto bene a fare come ho fatto . Il mio umore era sotto terra, complice anche la stanchezza. Il giorno dopo, il terzo, avremmo dovuto andare a casa. Nel frattempo la montata lattea stava arrivando. Al controllo del peso, ovviamente, è venuto fuori che la bambina era calata troppo di peso per cui niente dimissioni. Fortunatamente quel giorno era tranquillo e sono stata aiutata ad attaccare Azzurra da un'infermiera famosa in reparto perchè si dice che riesca a fare attaccare tutti i bambini (la mitica Pinuccia, detta "Strilli"). Ci è riuscita anche con noi, a fatica e strizzandomi il seno non so quante volte. Ero un pò più serena e sicura che l'indomani saremmo andate a casa. Invece al controllo risultava ancora un calo di peso. Non è possibile, ho pensato, ieri si è attaccata e ha ciucciato e non poco, perchè è calata? Il pediatra mi ha detto di decidere se volevo andare a casa o fermarmi; visto che avevo già allattato con successo una volta si fidava delle mie impressioni e diceva di fare la cosa che mi rendeva più tranquilla. Decisi di fermarmi ancora un giorno, soprattutto perchè a casa con Andrea non avrei potuto dedicarmi totalmente ad Azzurra. Ho passato tutto il giorno a cercare di fare attaccare Azzurra e con fatica e qualche aiuto ogni volta ci sono riuscita. Alla sera sono andata al Nido per la doppia pesata e la mia infermiera del cuore (Strilli!!!) mi ha fatta fermare lì per dare la poppata. Alla fine aveva preso 40 grammi. Quella notte Azzurra ha dormito per 6 ore di fila (ed io con lei) quindi niente latte sino al mattino. Forse era ancora debole e aveva necessità di dormire piuttosto che poppare. L'indomani la buona notizia: ci dimettevano visto che la bimba aveva preso un pò di peso. Arrivate a casa il panico: mezz'ora per riuscire a farla attaccare. Ho avuto l'idea di farmi prestare un tiralatte e questa è stata la nostra salvezza. La sera non c'è stato verso, Azzurra non riusciva ad agganciare il seno. Dopo ore di tentativi vani e la bambina disperata, mi sono tirata il latte e gliel'ho dato con il biberon, coi sensi di colpa a mille e la sensazione di aver buttato alle ortiche il lavoro fatto in ospedale. Ma almeno la mia bambina aveva la pancia piena! Ho contattato Monica che è venuta a casa la mattina seguente. Azzurra teneva male la lingua (che forse era un pò cortina rispetto alla norma) e questo creava difficoltà nell'aggancio, oltre al fatto che i miei capezzoli non sono molto sporgenti. La nostra salvezza porta il nome di PARACAPEZZOLO. Dopo le prime difficoltà, Azzurra è riuscita finalmente ad attaccarsi e a fare le sue poppate. Ci metteva il suo tempo perchè dopo 5/10 minuti si abbioccava, ma pian piano abbiamo iniziato ad andare sempre meglio. Oggi, a 16 giorni di vita, siamo già riuscite a fare qualche poppata senza paracapezzolo, il nostro obiettivo è di riuscire ad eliminarlo completamente, un passo alla volta. Tutto avrei creduto, tranne che avrei avuto tante difficoltà per allattare. Mi son sentita dire che la bambina era pigra, che forse il mio seno non è fatto bene e per questo non riusciva ad attaccarsi. Per fortuna non ho la tendenza a farmi condizionare ma al contrario se desidero fortemente qualcosa faccio di tutto per raggiungerlo. E così ho fatto: anche se ho avuto dei momenti di forte sconforto e già mi vedevo alle prese con tiralatte e latte artificiale, mi sono scrollata, ho chiesto aiuto e grazie alla competenza e alla sensibilità di una professionista in gamba, alla fine ho raggiunto il traguardo. E' il consiglio che mi sento di dare ad ogni mamma: non ascoltate troppo chi vi sta intorno, non abbattetevi e non lasciatevi sopraffare dalla frustrazione, . Ah e oggi tutte le poppate sono state senza PARACAPEZZOLO!!!

mercoledì 18 febbraio 2015

Ce l' ho fatta principalmente grazie alla mia ostinazione... la storia di latte di Paola..


Vediamo un pó, da dove comincio...... Forse meglio dall'inizio. Terzo figlio, terzo allattamento, terzo inizio tragico anche se in tutti i casi montata in seconda giornata...... 9 anni fa a 28 anni ho il primo figlio allattato x 1 anno tra paracapezzoli, ragadi, doppie pesate, aumento ponderale meno del minimo, svezzamento a 3 mesi e mezzo, pappe serali preparate con latte artificiale perché lui non ne voleva sapere di aggiunte, integratori per me, ma almeno, tutto sommato, anche se in maniera traumatica, siamo riusciti ad andare avanti per un anno...... 5 anni dopo secondo figlio, inizio peggiore del primo. Una settimana in utin quindi latte artificiale per lui e io ogni tre ore a fare stimolazione in reparto con tiralatte elettrico. Per fortuna il piccolo é bravo e appena uscito accetta di buon grado le tette di mamma seppur con paracapezzolo per capezzoli piatti. Questa volta purtroppo andiamo avanti solo 8 mesi sempre a causa di doppie pesate che dicono che il piccolo prende poco. Solo che lui l' aggiunta la accetta e addio latte a 8 mesi. Tre mesi fa arrivo del terzo nanetto nato 1 mese prima come il secondo ma mentre lui era 3.420 kg questo é solo 2.620 quindi poca forza. Per fortuna sta bene e subito viene in stanza da mamma anche se con una "cattiva notizia": glicemia bassa quindi dato latte artificiale subito e continuare finché non inizia ad allattare bene. Ed inizia il dramma. In seconda giornata arriva la montata ma lui piccino dopo tre ciucciate dormiva esausto un po' perchè ancora doveva capire dove fosse e un po' perché aveva poca forza. Quindi si va avanti con latte artificiale dopo aver succhiato al seno. Al quarto giorno usciamo con un peso di 2.450 in aumento e consiglio di aggiunta. Bilirubina alta quindi controllo a distanza di due giorni. Nel frattempo me ne infischio del consiglio dell' aggiunta e mi faccio prestare un tiralatte manuale. Iniziamo le poppate nella tranquillitá (se cosí si puó chiamare vista la presenza dei fratelli un cane un gatto e un marito)di casa nostra. Il nanetto si attaccava al seno sinistro e ciucciava anche per un 'ora poi passava al seno destro e poi nanna. Andiamo a fare il controllo della bilirubina ed é in aumento, mi chiedono se il bimbo mangia a sufficienza e bagna i pannetti e rispondo di si. Al che sia la dott.ssa del nido sia quella mia mi dicono di fare doppie pesate x vedere la quantitá di latte presa. Ci provo e mi accorgo che dal.seno sinistro in quell' ora di poppata prende solo 10 gr il resto lo prende dal seno destro. Provo a tirarlo da quel seno da cui prende poco e ne esce tanto ma con una maggior difficoltà rispetto all' altro seno quindi si stanca e si arrende accontentandosi. In ogni caso nel complesso prende la giusta dose compensando dall altro seno. Torniamo in ospedale dopo altri due gg (al quinto dalle dimissioni) e la bilirubina é ancora in aumento, al che decidono di pesarlo e si accorgono che ha perso 10 gr quindi 2.440 kg. Conseguenza: signora il suo latte non va bene. Dia l' aggiunta di latte artificiale perché il bimbo non cresce e se non prende peso non scende la bilirubina e rischia il ricovero. Io in crisi. Rispetto al primo bimbo sono piú informata e so che non esiste il latte " non buono" quindi non capisco cosa stia succedendo. Anche la mia pediatra mi prescrive l' aggiunta. Torno a casa con le bottigliette (tra l altro prenidina liquido che in commercio non esiste e faccio carte false x trovarlo 90 gr a 2.40 euro). Prima di dare il latte artificiale provo un altra cosa. Ogni poppata attacco a sx poi a dx poi tiralatte a sx e glielo do col biberon e inizia a fare grandi mangiate. Ogni poppata dura un ora e mezza. Non nego che per due notti ho ceduto al latte artificiale perchè non avevo la forza per tirarlo. Riandiamo al controllo. Peso aumentato e bilirubina in calo. Tornata a casa prendo le bottiglie rimaste di latte artificilae e le riporto al negozio. Inizio a tirare dal seno sx più del necessario x fare scorta x la notte e riesco a barcamenarmi tra poppate, tiralatte e biberon di latte materno. Nel frattempo facciamo prove di paracapezzolo x vedere se al seno sx riesce a tirare meglio, ne compro due diversi, spugnature e doccette calde massaggi, compro biberon con tettarelle simili al seno e che non facciano passare facilmente il latte, insomma un calvario e non ci facciamo mancare ragadi tagli tette al vento e vea oil. Nel frattempo mio marito, mia mamma, suocera e chiunque fosse a conoscenza della situazione mi diceva di mollare che non potevo stressarmi così che sarebbe cresciuto bene anche con latte artificiale che rischiavo non crescesse ecc ma io imperterrita ho voluto insistere e prendermi le mie responsabilità. Il latte c' era, dovevo solo aver pazienza e fiducia nel mio piccolo. Poi all' improvviso dopo un mese riesce ad attaccarsi e fare una poppata decente anche al seno sx esclusivamente in posizione rugby........nel frattempo facciamo il bilancio del primo mese. Il nanetto ha preso 4 cm e 1 kg e la pediata mi dice di fare doppie pesate solo x scrupolo x vedere se mangia a sufficienza. La mando al diavolo e continuo le mie pesate ogni due gg. Oggi a 3 mesi e 1 settimana siamo passati dai 2.620 kg della nascita a 5.240kg solo ed esclusivamente grazie alle tette di mamma e alla mia testardagine. Mi dispiace solo di aver ceduto con gli altri. Col senno di poi le cose sarebbero potute andare diversamente. In questi tre mesi ho chiesto consigli a un ostetrica e a Sara un amica consulente sull' allattamento e preso spunti dal gruppo SOS ALLATTAMENTO. Abbiamo valutato posizioni rimedi metodi e compromessi. Se non ci fossi riuscita non avrei avuto nulla da rimproverarmi ma ci sono riuscita e non lo dico x presunzione ma ce l ho fatta principalmente grazie alla mia ostinazione...... Ora va tutto benissimo e ha imparato a succhiare in posizione corretta da entrambi i seni ! E la cosa piú bella é vedere il mio piccolo addormentarsi dopo la poppata col capezzolo ancora in bocca il sorriso e la goccina di latte...

lunedì 2 febbraio 2015

HO ALLATTATO IN TV ! L'esperienza di Giorgia ...


Sembrava un giovedì qualsiasi di una settimana qualsiasi, quando ricevo una notifica: sono stata nominata in un post di Monica in cui si cercano mamme che allattano bimbi di circa 2 mesi... Ma siamo Bianca ed io! Contatto immediatamente il numero riportato e dopo 2 ore eccoci confermate per una trasmissione che Canale 5 vuole dedicare all'allattamento. Segue scambio entusiastico con Monica perché.. SIIIII: finalmente l'allattamento al seno sbarca in tv con tutto il suo carico di fatica e amore, dato e ricevuto, con tutte le possibilità che oggi hanno le mamme per sentirsi meno sole, dai gruppi di Auto Aiuto alle preziosissime Consulenti come Monica!!! E così, come se ci avessero regalato 2 ingressi nel backstage di un concerto dei Bon Jovi, ci diciamo a vicenda di quanto sarà bello far passare il messaggio "Latte Materno = cibo ma anche contatto, altissimo contatto e ascolto dei reali bisogni del bimbo" per di più su una Rete nazionale! Arriva il grande giorno: Bianca, Mattia ed io partiamo alla volta di Milano accompagnati da un orgogliosissimo nonno e raggiungiamo lo studio del pediatra. Mentre la squadra monta le luci e prepara le telecamere, inizio ad avere l'impressione che nessuno voglia ascoltare il punto di vista di una mamma, ma non mi perdo d'animo. Varie prove di inquadratura dopo capisco che la nostra presenza sarà di pura tappezzeria ... eppure sono convinta di quello che ci siamo dette con Monica e di quello che lei stessa ha ascoltato dalla redazione ... e continuo a non perdere la speranza. Ma la speranza era destinata a cedere da lì a poco: 2 parole con il pediatra e mi sento dire che allattamento "a richiesta" è quello secondo cui il bimbo viene attaccato al seno dopo che sono trascorse un certo numero di ore dalla poppata precedente ... e tanti saluti al contatto e all'ascolto. Segue registrazione e solito snocciolamento delle solite cose che ogni mamma si sente dire da tutti i medici: allattamento esclusivo fino a 6 mesi, OMS che consiglia latte materno fino ai 2 anni ma nelle società occidentali è bene arrivare solo fino all'anno, poppata cronometrata pari a 15 minuti a tetta, etc etc etc Ecco cosa ho imparato da questa esperienza: la strada per la comprensione assoluta dell'allattamento a richiesta è ancora molto molto lunga e piena di ostacoli. Se è vero che negli ultimi anni si sono fatti dei progressi in termini di condivisione da parte delle mamme (e il gruppo di Auto Aiuto SOS ALLATTAMENTO di Monica ne è solo un esempio), è purtroppo vero che fino a quando l'idea predominante resterà "Latte Materno = nutrimento" nessuno capirà fino in fondo cosa c'è dietro alla fatica dell'allattamento al seno. Allattare a richiesta è sacrificio, è essere disposte a tarare i propri orari sui bisogni del proprio cucciolo senza orologi né calendario, ma è anche bisogno reciproco di calore e di contatto, è conoscere se stesse e il proprio cucciolo in un modo tutto nuovo, è sentirsi parte di una crescita da misurare in emozioni grandi e piccole oltreché in chili e cm. Questa è la realtà per come la sto vivendo con Bianca, per come l'ho vissuta per Mattia e per come sento tante mamme viverla, anche se troppo spesso una mamma non può che sentirsi inadeguata se il suo unico punto di riferimento è un pediatra che ripete ossessivamente le indicazioni espresse nel servizio. Basti pensare all'unica domanda che mi hanno rivolto:"quante ore al giorno allatti?" come se fosse davvero una questione di quantità piuttosto che di qualità ... come può sentirsi una mamma il cui bimbo si attacca a fatica oppure resta attaccato praticamente 20 ore al giorno? Sicuramente disorientata, di sicuro inadeguata... Dopo questa esperienza, dal profondo del cuore mi viene da dire: seguiamo il nostro cuore, ascoltiamo i nostri cuccioli e non sbaglieremo MAI! Non abbiamo paura di sentirci sbagliate: se sentiamo di avere un problema o se pensiamo che qualcosa non va nella nostra condivisione con il cucciolo PARLIAMO, affidiamoci a figure specializzate, ma anche al confronto con altre mamme: non c'è forza migliore in quella che nasce aiutandosi reciprocamente. "E se non ho potuto allattare e sono stata costretta al latte artificiale come unica fonte di nutrimento per il mio bimbo?" qualcuna potrebbe dire... Non credo assolutamente che una mamma che mette tra se e il suo cucciolo un biberon sia "di serie B" o meno mamma di una che allatta al seno. Anche nell'uso del latte artificiale credo sia fondamentale mettersi in ascolto dei propri bimbi per dosare pause e poppate secondo le sue necessità e non secondo tabelle che dividono la giornata in intervalli precisi. L'abbraccio di una mamma che nutre suo figlio crea una barriera protettiva fatta di amore e attenzioni: non lasciamo che nessuno la intacchi e custodiamo gelosamente il nostro piccolo grande tesoro. Quanto al servizio in sè, ho visto comunque una grande vittoria: vedere allattare in tv ! Dopo i commenti che ho letto alla notizia di quella mamma inglese che era stata costretta a nascondere il figlio sotto un tovagliolo per non urtare la sensibilità degli avventori del bar in cui era, sono fiera di aver, nel mio piccolo, dimostrato che allattare è solo e soltanto un atto naturale ... Speriamo che almeno questo sia un inizio per un cambio di mentalità ... anche se vedo anche in questo caso una strada lunga e tortuosa...