giovedì 11 aprile 2013

LA STORIA DI VALENTINA E SAVERIO


Salve,
mi chiamo Valentina e vorrei condividere la mia storia di
allattamento, molto sofferta, ma per adesso riuscita, perché possa
essere d'aiuto a tutte le mamme che credono fermamente nel valore di un
gesto d'amore così naturale.
Il mio Saverio nasce alle 1.14, dopo una
gravidanza perfetta e un travaglio brevissimo. Sembra già che sorrida:
me lo distendono di fianco appena uscito dal pancione e lui, convinto,
si attacca al seno. Ho pianto le lacrime di gioia che mai avrei pensato
di poter versare.
Già dalle prime ore del mattino e poi tutta la notte
successiva continuai ad attaccarlo...ciucciava, dormiva, ciucciava.
L'utero mi faceva male per effetto della suzione e le ostetriche mi
confermavano che era tutto come da manuale. Terzo giorno, quello della
dimissione. La pediatra: "Signora, il bambino ha calato peso quasi del
10%, gli abbiamo dato 20 gr di latte artificiale e se l'è scolato. Mi
raccomando, insista ad attaccarlo, ma tenga di scorta del latte
artificiale e lo pesi ogni volta che mangia.". Ero così felice di
portarmelo a casa che non detti peso a quelle parole, mi preoccupai
solo di chiedere conferma all’ostetrica di turno che lui si attaccasse
bene e la risposta fu: “perfetto, guarda come deglutisce bene!!!”.
Comprammo del latte e lo mettemmo in dispensa, mia madre mi portò la
bilancia di mia nipote, allattata esclusivamente da mia sorella con
grande naturalezza.
A casa, inizia l'incubo: dopo mezzora di suzione lo
pesiamo…5 gr, dopo un’ora altri 5 gr…, dopo un’ora zero… Saverio
succhiava ogni ora al mattino e tutti i pomeriggi anche cinque ore di
seguito, facendo riposini di un quarto d’ora fra le mie braccia. Era
diventato impossibile fare anche le pesate. Ogni giorno quei dieci
grammi in più erano un traguardo irraggiungibile. E alla sera il
bambino piangeva tantissimo. Tuttavia, al mattino il mio pigiama era
bagnato di latte e Saverio era vispo e sporcava regolarmente i
pannolini. Non riuscivo a capire che cosa non funzionasse: certo è che
cominciai a sentirmi una mamma che non dava al suo piccolo quello che
lui chiedeva, una donna che era arrivata dove voleva nella sua vita ma
che non riusciva a dare il minimo al suo bambino. Col tiralatte una
tragedia: non uscivano più di 2 grammi…
La pediatra mi disse di dargli
il latte artificiale alle poppate della sera (quali???, lui andava a
richiesta) e io, ogni volta, mi ostinavo a tenerlo attaccato…lui
piangeva, io pure. Chiamai l’ostetrica dell’ospedale, che mi disse di
togliere l’artificiale perché avevamo solo da trovare il ritmo…il bimbo
la sera piangeva e io ero combattuta fra farlo faticare (come parere di
ostetrica) e dargli quel maledetto biberon prescritto dalla pediatra,
che sì lo avrebbe saziato, ma mancava del contatto con me. Lui tirava
bene al seno e ci metteva il suo: ero io a non essere alla sua altezza.
Decisi dunque di dargli il biberon solo ed esclusivamente se sentivo di
non farcela fisicamente io, per dormire qualche ora in più.
Saverio
riprese il peso della nascita in nove giorni e il diciottesimo giorno
aveva preso mezzo chilo dalla dimissione. Pensai che era un buon
risultato e mi parve di notare anche un aumento del latte…smisi anche
le doppie pesate. Quel giorno andai alla visita di controllo dalla
pediatra molto ottimista. Lei constatò il mezzo chilo in più e invece
mi disse: “ma insomma signora, non lo vede che questo bambino cresce il
minimo? Con la sua ostinazione di darle il suo latte non rispetta le
sue potenzialità di crescita. Gli dia il biberon con l’artificiale
nelle ultime due-tre poppate. So che ha paura che il bimbo non si
attacchi più, ma un bambino che ha fame non va trastullato, ma
saziato.”. Una sentenza che fu un macigno. Era venerdì, piansi tutto il
pomeriggio, mi aveva scoraggiato, ma non convinto del tutto. Avviammo
le pratiche per cambiare medico e il lunedì vestii il piccolo pronta a
portarlo al primo consultorio che mi avesse dato risposta. Al telefono
trovai un’ostetrica che poi ho scoperto che abitava proprio vicino a
noi. Mi disse di dargli sempre sempre sempre il mio seno e, avendo il
bimbo già venti giorni, mi disse di proporgli dopo ogni poppata il
biberon e segnare solo quanto prendeva di artificiale, in modo da
stimare la mia produzione di latte.. Così feci… Venne alle 19, ora
presunta di una poppata serale, dunque scarsa. Mi tastò il seno: il
latte c’era, ma Saverio, da pigro, era diventato pigrissimo e amava il
mio seno più per addormentarsi che per mangiare, pur attaccandosi
benissimo. Mi disse che avevo fatto bene a non sostituire le poppate,
ma a insistere, perché c’erano tutte le basi per un allattamento
normale. Feci così per altri quindici giorni (ogni biberon era una
spada per me, ma non mi ero ancora rassegnata all’idea di dargli il mio
latte e valeva la pena tentare per farcela o rassegnarsi del tutto). Il
bambino crebbe tantissimo e mi accorsi che tirava molto di più il mio,
tanto che a volte, rifiutava il biberon. Il nuovo pediatra mi disse di
cominciare a togliere le giunte (“tanto lei è la sua mamma e lo
conosce, sa quando è sazio. Gli dia la giunta solo se piange dalla
fame.”). Nel giro di altri venti giorni Saverio ha abbandonato del
tutto il latte artificiale. Oggi ha quattro mesi e prende
esclusivamente il mio latte, gioioso e vorace. La sera spesso si
addormenta con un grande sorriso e la bocca ancora piena di latte e io,
orgogliosa, ancora mi commuovo a guardarlo.

Un bacio a tutte
Vale e
saverio


UN GRAZIE A VALENTINA PER AVER CONDIVISO LA SUA STORIA DI LATTE . BRAVA PERCHE' CI HAI CREDUTO!!! LE MAMME SONO UNA FORZA! UN PICCOLO DISAPPUNTO PER LA PEDIATRA CHE HA DATO L'AGGIUNTA AD UN BAMBINO CHE AVEVA RIPRESO IL PESO DELLA NASCITA IN NONA GIORNATA ED IN 18ESIMA AVEVA PRESO MEZZO KG DALLE DIMISSIONI. ERA EVIDENTE CHE L'ALLATTAMENTO, PUR ESSENDO INIZIATO CON DIFFICOLTA', IN QUEL MOMENTO STAVA PRENDENDO UNA BUONA STRADA...RICORDIAMO CHE I NEONATI ALLATTATI AL SENO DEVONO RIPRENDERE IL PESO, DOPO IL CALO, ENTRO LA DECIMA GIORNATA E POI CRESCERE, SECONDO LE TABELLE OMS, 135 GRAMMI A SETTIMANA ..

Monica