venerdì 5 dicembre 2014

...ho continuato, ascoltando il mio istinto e il mio bambino ... LA STORIA DI LATTE DI SILVIA E GIOELE..


La nostra storia inizia alle 3.04 del 28/11/2013 quando dopo un faticosissimo e lunghissimo Travaglio nasce Gioele con parto cesareo d'urgenza per battito cardiaco alterato. Di quella lunghissima notte ho dei ricordi un po' offuscati dalla fatica, ma quello che ricordo benissimo è il momento in cui mi dicono che i battiti del cuore di Gioele stanno calando e che lui è in sofferenza, devono intervenire subito, lui è incastrato e non scende, nonostante io spingessi con tutte le mie forze, cercano di mettermi la ventosa intanto che l'equipe sta preparando la sala operatoria, io piango e Dario il mio compagno è stravolto accanto a me ma cerca di farmi forza. Mi confesserà dopo di aver temuto per la nostra vita. La ventosa non riescono ad inserirla ed io vengo trasportata in sala operatoria, da lì a poco vedrò il mio bambino! Ero sdraiata su quel lettino, quasi in croce, perché le braccia sono praticamente bloccate dalle flebo, finalmente l'anestesia aveva fatto effetto e i dolori atroci che avevo fino a qualche secondo prima erano cessati, l'infermiera mi rassicurava e mi diceva che sarebbe andato tutto bene. Sento tirare e strattonare e penso che il mio bimbo è lì che sta nascendo, dovrei sentirlo piangere, ma non sento niente e cerco di tranquillizzarmi, al corso preparto ci hanno spiegato che non piangono subito i neonati, ma sono in ansia e chiedo al l'infermiera che mi dice che è nato e lo stanno visitando, un vitellino di 3.920gr per 55cm! Poi sento il suono più dolce del mondo, la sua "vocina" che urla! Gioele ha sofferto un po' il parto e devono tenerlo nella notte nella culletta termica perché fa freddo, me lo fanno vedere un secondo, gli do un bacio e me lo portano via. Non dimenticherò mai quel visino contratto e tutto rosso, era arrabbiato, povero piccolo. Verso le nove del mattino finalmente me lo portano in camera e l'infermiera mi chiede se volevo provare ad attaccarlo, mi dice che avendo i punti del cesareo probabilmente mi avrebbe fatto male, ma io in quel momento non sentivo niente, la fatica del travaglio e della notte appena passata erano svaniti, ero già seduta sulla sedia nonostante i punti e il catetere e aspettavo solo lui. Me lo mette in braccio e lui come sente la tetta ci si avventa sopra famelico e inizia a ciucciare, come se non avesse fatto altro nella vita, ci sono rimasta male, non credevo avessero un istinto così forte. Io rimango lì a guardarlo, le sue manine, il suo visino, era perfetto, una meraviglia. Gioele aveva una fame nera, i giorni in ospedale sono stati durissimi, lui piangeva sempre ed io cercavo di attaccarlo il più possibile nonostante i dolori ai capezzoli dei primi giorni, stringevo i denti quando si attaccava e pensavo ma se fa così male come faccio. Il secondo giorno arriva un'infermiera della nido e verifica se si attacca bene, lui ciucciava bene e mi controlla il seno, mi dice che è caldo e che ho un bel capezzolo di portare pazienza che il latte sarebbe arrivato e di tenere le tette al vento che così non mi sarebbero venute le ragadi, è così è stato. È stata durissima vederlo così disperato, lui ciucciava e ciucciava e poi si arrabbiava perché non usciva niente e mi tirava le testate. verso il terzo giorno i parenti cominciavano a consigliarmi velatamente di chiedere di dargli il latte artificiale, poverino dicevano sembra un uccellino, se non ti arriva il latte come fai, lui deve mangiare, ma io sono una testona e sono andata avanti così, è arrivato quasi al limite del calo fisiologico, ma finalmente verso la sera del quarto giorno mi accorgo intanto che ciuccia che le sue labbra che erano sempre secche iniziano ad essere umide e penso, sta arrivando ed è arrivato finalmente il latte! Il giorno dopo ci dimettono, finalmente arriviamo a casa e la stanchezza mi è arrivata addosso tutta insieme, come un treno. A casa i nonni che ci accolgono e festeggiano ed io seduta sul divano con lui in braccio che ciuccia, desideravo solo stare sola con il mio bimbo ed il suo papà nessun'altro attorno e invece tutti lì a guardarmi, mi sentivo sul tavolo dell'inquisizione! I primi giorni a casa sono stati faticosissimi, i nonni sempre tra i piedi a cercare di "aiutarmi" ed io non riuscivo a rilassarmi con il mio bambino. Fortunatamente il mio compagno capisce la situazione e dice a tutti di stare a casa loro per un po' perché abbiamo bisogno di stare soli, lui mi aiuta in casa, fa tutto lui ed io devo solo pensare a Gioele. È così prendiamo il nostro ritmo ci conosciamo, Gioele cresce benissimo, quasi un kilo al mese solo del mio latte, è un orgoglio quando alle visite la pediatra mi dice che ha una crescita perfetta e armoniosa, di continuare così! È così ho continuato, ascoltando il mio istinto e il mio bambino che sapeva benissimo cosa doveva fare, fregandomene quando mi dicevano che ciucciava troppo che mangiava sempre e che sarebbe stata dura fargli mangiare altro perché era troppo attaccato alla tetta. Invece Gioele che ora ha un anno mangia con gusto di tutto e adora ancora la sua tetina. Il mio bimbo mi ha insegnato tanto, ad aspettare che i tempi siano maturi a non giudicare le altre mamme, perché ognuna fa sempre il meglio per il suo bimbo ed è facile da fuori dire io farei diversamente, ma quando ti trovi con tuo figlio urlante, stanca da mesi di notti insonni a volte cerchi la via per sopravvivere e sopratutto mi ha insegnato a cercare sempre di essere serena perché loro vivono per un nostro sorriso. È questa è la fine della mia storia ma non del mio allattamento, andrò avanti fino a quando io e Gioele ne avremo voglia!