mercoledì 10 dicembre 2014

Amore quindi è la parola che per me più si addice all’allattamento....riflessioni di mamma Claudia.


Qualche giorno fa Monica chiedeva sul gruppo facebook SOS ALLATTAMENTO di scrivere un’unica parola che rappresentasse per noi l’allattamento, io ho dato forse la risposta più scontata ovvero amore. A ben pensarci però, la parola amore è si scontata pensando all’allattamento però è quella che per me racchiude davvero tutti i sentimenti ad esso legati, in maniera reciproca da parte di mamma e bimbo. Questo pensiero scontato mi gira per la testa in questi giorni in cui, coi miei bimbi di quasi 6 e quasi 3 anni inizio ad essere un po’ in conflitto per la loro voglia di indipendenza e le loro prime ribellioni. Proprio oggi mio figlio grande mi ha detto: sei cattiva, cosa che mai aveva fatto prima ed io, forse complice il meteo infausto che porta malinconia, anziché rabbia ho provato smarrimento, nostalgia, tristezza. Per carità, è normale nell’educazione che un bambino di quasi sei anni si ribelli alle poche regole imposte , ma la nostalgia è legata a quei momenti idilliaci che passavamo insieme quando lui si abbandonava completamente a me e cercava nutrimento e coccole, mai un capriccio, solo voglia di contatto e sguardo perso nel vuoto con gli occhietti azzurri che mi fissavano pensando che io fossi il centro del mondo. Invece lui ora ha chiamato cattiva il centro del suo mondo, forse si è reso conto che invece il mondo è molto più vasto, che lui ha grandi potenzialità e che io, in qualità di genitore, protezione, amore incondizionato, rappresento anche in parte ostacoli e regole. La cosa mi ha un po’ turbato anche perché infondo la reputo giusta e perché mi vengono in mente i primi dissidi coi miei genitori emersi più o meno intorno a quegli anni se non prima, di cui però non ricordo. Capitolo seconda figlia; tre anni il 19 gennaio, spirito libero, disordinata, autoritaria, selvaggia, indipendente. L’altro giorno eravamo nei bagni dei bambini di un parco coperto, lei doveva fare il suo bisogno solido e ha voluto stare sola in bagno chiamandomi quando aveva finito. C’erano madri che mi guardavano stranite perché sto scriciolo di manco un metro mi gridava di stare fuori perché doveva fare da sola. Ecco, in virtù di questo “caratteraccio” levarle il seno è stato più che un normale processo di crescita, una vera battaglia psicologica fra lei, suo padre e me, perché la ragazza, nonostante tutta la sua voglia di solitudine, alla tetta proprio non voleva rinunciare e fino a 29 mesi abbiamo lottato strenuamente. Mi fermo un attimo, io sarei pure andata avanti ma, Davide è del 2009 e ha ciucciato fino a novembre 2011, quando io incinta di 30 settimane ho voluto smettere lui si è rassegnato senza troppi drammi, due mesi dopo è nata Viola che ho allattato fino a luglio 2014. Quindi, con una pausa di due mesi, ho prodotto il latte di una multinazionale di settore. Lei ancora oggi non ha del tutto accettato la scelta mia, con la finezza e la prepotenza che la contraddistingue mi saliva in braccio e si serviva da sola, potevamo essere ovunque anche in fila al supermercato. Nei momenti nostri di tenerezza (ebbene si, questa dispotica bimba è comunque una gran coccolona) lei si tira fuori il seno destro, da un bacino e ci si appoggia sopra e il cuore mio si gonfia facendomi desiderare di fermare il tempo. Mi vengono quindi in mente tutte le fatiche legate a questi cinque anni di allattamento ma subito questi pensieri sono prepotentemente rimpiazzati da nostalgia dei miei frugolini piccoli, quando io ero il loro centro dell’universo e quando volevano unicamente stare attaccati a me. Amore quindi è la parola che per me più si addice all’allattamento, perché per me ha significato questo, uno scambio continuo che rimarrà per sempre impresso nella mia mente e credo pure a loro. Avendo quindi avuto questa fortuna immensa, di quando erano piccini è la cosa che mi manca più di tutte le altre.