lunedì 5 maggio 2014

Ogni ciucciata, ogni ruttino, ogni rigurgito, ogni addormentamento mi mancherà... LA STORIA DI LATTE DI LAURA E DEI SUOI 4 BIMBI ALLATTATI


La mia avventura comincia 6 anni fa… Durante il corso pre-parto prima della nascita di Benedetta ho imparato tutto sull’allattamento. Dopo la nascita Benedetta si attacca bene ma è molto pigra e si addormenta mentre poppa. Al primo controllo dei 15 giorni sono andata da un pediatra ”privato”, nonostante avessi un pediatra ottimo della mutua. Questo lume della pediatra mi disse che 120 g nella seconda settimana erano pochi, di andare avanti ancora una settimana e poi di ripesarla. La settimana successiva aveva preso 130 g, troppo pochi per lui che suggeriva di iniziare con l’aggiunta. Per il mio pediatra della mutua andava benissimo. Ho cominciato a tirarmi il latte per farla crescere un po’ di più e la settimana successiva….250 g! A 40 giorni ho messo via il tiralatte perché Benedetta era diventata bravissima al seno! A 3 mesi una tremenda mastite: 40 di febbre, antibiotici, impacchi caldi, tiralatte e bambina non riuscivano a tirare fuori nulla ed il seno era una pietra, gonfio e durissimo. Stavo malissimo, ginecologo, medico della mutua e pediatra alla fine mi suggeriscono di fare andare via il latte, visto che tutto ciò che avevo fatto non servivano a nulla! E qui….entra in gioco Monica Bielli: una sola telefonata e in 10 minuto risolto tutto!!!!!!!!! Grazie Monica! L’allattamento prosegue magnificamente fino a 15 mesi quando mi rendo conto che lei non cercava più la tetta ma gliela davo per “me”: così ho deciso di interrompere ed è stato semplice e naturale! 2 anni dopo mi ritrovo incinta di due gemelli: mi informo sull’allattamento gemellare e scopro che è possibile anche se complicato. Ma io amo le sfide! A Voghera dopo il parto a 34 settimane le difficoltà sono state tante: Irene era piccolina, si attaccava benissimo ma si addormentava dopo 15-20 grammi e non si svegliava più per 3 ore. Non prendeva peso così al nido ho cominciato a tirare latte a manetta per darle il biberon. Mattia è stato trasferito in terapia intensiva, lontano da me così gli mandavo tutti i giorni il latte che tiravo in ospedale ma fino alle dimissioni mie non ho potuto fargli visita. Benedetta, la prima era ricoverata in Alessandria per gastroenterite acuta da rotavirus e adenovirus. Lo stress ha fatto sì che la mia montata lattea arrivasse solo in ottava giornata e la cosa mi ha creato molta depressione in quei giorni. Ero sola perché mio marito ovviamente si è preso il rotavirus, mia mamma era all’ospedale con Benedetta e io ero sola con il tiralatte in ospedale e con Irene che non voleva mangiare. Dopo 10 giorni Mattia è stato dimesso da Pavia e portato a Voghera in attesa delle dimissioni di Irene. Finalmente ho potuto attaccare anche lui al seno anche se era pigrissimo e ciucciava poco. Ma al nido di Voghera ho trovato personale eccellente, mi hanno insegnato ad attaccarli insieme utilizzando il cuscino allattamento e grazie a loro ho trovato un equilibrio. Li attaccavo e, quando cominciavano a rallentare e ad addormentarsi, li staccavo e davo loro il biberon con latte tirato. Finito tutta questa routine tiravo il latte da dare in aggiunta al pasto successivo. Un traffico senza fine ma era l’unico modo per fare crescere i due prematuri senza latte artificiale…. Sembravo una pazza, avevo sempre i seni fuori o attaccati a loro o al tiralatte. Non avevo mai sosta! Così è stato per 3 mesi, poi hanno cominciato a mangiare meglio anche se sono sempre stati lenti. A 3 mesi Mattia faceva solo 3 poppate al giorno ma prendeva 300 g di latte a poppata!!!! E io sembravo una mucca! Pian pianino abbiamo eliminato il biberon per Irene mentre Mattia necessitava sempre di un’aggiunta: con lo svezzamento le cose sono ulteriormente migliorate perché dopo la loro pappa io avevo il seno pieno e lo tiravo per eventuali aggiunte. Così siamo andati avanti fino a 10 mesi: a quel punto Mattia ha rifiutato il seno e non c’è stato più verso di darglielo così per lui sono passata al latte artificiale perché non riuscivo più a tirarne tanto da sostituire completamente la poppata. E poi ero stanca e odiavo il tiralatte. A 13 mesi anche Irene non ha più voluto la tetta. Così è terminata la mia esperienza di allattamento gemellare. Ero sfinita, un anno passato ad allattare i gemelli insieme per 1 ora, poi a dare il biberon, poi a tirare il latte in tutti i momenti liberi. In mezzo ho avuto due volte la mastite ma grazie all’esperienza precedente tutto si è risolto. Mi è rimasta la soddisfazione di averli allattati, di aver dato loro il mio latte per un anno anche se con tanta fatica. Ma tutta questa “procedura” mi ha un po’ tolto la magia di quei momenti: l’intimità era sostituita dalla preoccupazione e dalla stanchezza. Poi è arrivato Pietro: gravidanza del tutto inaspettata, una vera e propria sorpresa e subito la cosa non mi ha riempito di gioia. Ma poi il pensiero di un altro piccolino fra le mani, attaccato al seno mi ha fatto sorridere e ho cominciato ad amarlo come gli altri, se non di più! Quando è nato si è attaccato subito e ho pianto! Sembrava avesse ciucciato da tutta la vita, era bravissimo. Si è attaccato subito alla perfezione e con voracità:il migliore dei 4! E io mi sentivo “esperta”. Dopo le dimissioni al primo controllo Pietro cresceva benissimo, poi infezione da mughetto, ragadi (mai avute prima) ma Monica Bielli prontamente ha risolto il problema! Avrei allattato anche fra mille dolori ma grazie a Monica sto allattando serenamente senza alcun dolore! Grazie di nuovo! Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Ora Pietro ha 2 mesi e questo mese ha preso 1150 g, un vero toro. Mangia benissimo e mi sto godendo questo allattamento alla grande perché sono consapevole che sarà l’ultimo della mia vita. Ogni ciucciata, ogni ruttino, ogni rigurgito, ogni addormentamento mi mancherà. In certi momenti c’è una dolcezza infinita e io provo già nostalgia per quando ciò non ci sarà più. Cerco di godermi ogni istante, di imprimerlo bene nella memoria perché la dolcezza di questi momenti mi accompagni per tutta la vita. L’essere tutto per una persona e sapere che lui non ha bisogno di altri che della sua mamma mi riempie di gioia: la totale dipendenza da me crea nuovamente, per la quarta volta, un legame unico e indissolubile! Grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuto, al mio pediatra che mi ha lasciato libera di decidere, a mia mamma che ha sempre fatto di tutto perché potessi allattare liberamente e a Monica Bielli per aver permesso per 2 volte che questo sogno non si interrompesse. Se potessi decidere ora allatterei Pietro fino al suo matrimonio!!!!!