sabato 5 aprile 2014

IL CERCHIO DELLA VITA.... la storia di latte di Elena.


Sono passati quasi 8 mesi da quel giorno… il giorno in cui ho smesso di allattare Ginevra. La nostra storia è iniziata in un modo così burrascoso (http://sosallattamento.blogspot.fr/2012/10/la-storia-mia-di-ginevra-e.html) che ancora non mi capacito di essere riuscita ad allattare 15 mesi. Col rientro al lavoro ovviamente le poppate si erano diradate, ma la colazione e la pre-nanna erano irrinunciabili. Lo ammetto quella della sera era il nostro momento, quel momento solo nostro, di coccole e amore. Ginevra diventava grande, tanto grande, e in giro era difficile gestire l’allattamento, anche per i pregiudizi che ancora circolano. A giugno, età 1 anno, eravamo a Canelli per l’Assedio e l’ho allattata ogni volta che me l’ha chiesto. Una signora arricciò il naso e con un’aria di diniego se andò. Quando la sera, mentre imperversava la battaglia, cannoni, fucili ecc la piccola se la dormiva beata la stessa signora ripassò e mi disse “ma la bambina riesce a dormire?” “Eh le dissi io, poteri del seno”.. ovvio che non è così, ma la mia risposta la zittì e mi bastò! Mamme non permettete a nessuno di giudicarvi! Ritornai a lavorare sulle 8 ore, riducendo ulteriormente le poppate. Ma soprattutto Ginevra oramai era autonoma nell’addormentarsi anche senza. E questa fu la cosa che mi fece più male. Non solo, ma con mio grande stupore (dolore) scoprii che Marco era perfettamente in grado di accompagnarla fra le braccia di Morfeo, insomma io ero diventata superflua!!! Ginevra era cresciuta così in fretta. Era pronta a staccarsi dal mio seno. La mattina che le presentai il biberon di latte, lo prese e se lo bevve, come se non avesse fatto altro nei mesi precedenti. Io piansi. E quando, complice le calde serate estive che ci portavano ad uscire anche solo per un gelato, … quando mi resi conto che erano più le sere che si addormentava nel passeggino anziché al mio seno capii che era giunto il momento. Domenica 18 agosto, Sant’Elena – ironia della sorte, attaccai Ginevra al mio seno per l’ultima volta prima del riposino pomeridiano. La tenni vicino a me in un abbraccio che volevo mi rimanesse impresso per sempre. Dal giorno dopo e per tutta la vacanza Marco, il mio super papà, si occupò di metterla a letto. Lei non mi cercò più, non mi cercò il seno, nulla. E il mio corpo, consapevole si adeguò a questa nuova situazione, lentamente il latte cessò di esserci, piano piano, indolore, come era venuto così se ne andava. Forse davvero erano tutti pronti tranne me. No il nostro legame non si è rotto. Continuo a metterla a letto io, e quando appoggia la sua testa sulla mia spalla, stringendo le braccia intorno al collo, mi sento scoppiare il cuore dalla felicità, un figlio è per sempre, adesso ho imparato che cosa significa questa frase. Il nostro legame è al di là di un seno, è oltre al tenerla in braccio, il nostro legame è quella scarica elettrica che mi percorre la spina dorsale ogni volta che sento per casa la parola “mamma”, quel groppo in gola che mi assale quando piange perché magari è caduta o non riesce in un gioco, quel peso che mi rende difficile il girarmi e andare a lavorare quando la mattina mi saluta sorridente al nido. Stare insieme “oltre” all’allattamento è coricarsi per terra a colorare per l’ennesima volta Peppa o Minnie, è bere i suoi caffè e mangiare le sue torte in ginocchio vicino al tavolino con lei, è coricarsi sul divano e leggere un libro inventando perché lei gira le pagine troppo velocemente. Il nostro nuovo “noi” è fatto di GiroGiroTondo ripetuto n-mila volte in auto tornando verso casa, e Nella vecchia Fattoria solo per imitare tutti gli animali., è lei che mi passa le mollette mentre stendo il bucato, è lei che mi mette la farina nella ciotola per la torta, è lei che mi ricorda la pappa al gatto. Il nostro legame è qualcosa che il tempo potrà solo rafforzare. E io mi auguro, ci auguro di poter fra 10/15 anni tornare a scrivere di noi e magari Ginevra leggendo queste righe capire che sua mamma ha pianto più quando l’ha staccata dal seno che non per il dolore quando l’ha attaccata. E allora lei si chiederà “ma che cos’è questo legame madre-figlia?”… E’ il cerchio della vita figlia mia, e ti auguro un giorno di scoprirlo, con le stesse lacrime di felicità di tua mamma. Anche per questa fase devo ringraziare Monica che mi ha telefonicamente supportata nei miei momenti di crisi mistica (OhMioDddio mia figlia mai odiia e amenità simili), un GRAZIE gigantesco (e non sarà mai abbastanza) a mio marito Marco che nonostante tutto mi sopporta ancora, mi aiuta, mi spalleggia, insomma mi ama così come sono e un grazie alle mamme-supporter del gruppo SOSALLATTAMENTO perché condividere certi stati d’animo aiuta veramente tanto! Grazie…. e… speriamo presto di ricominciare! Elena