venerdì 10 febbraio 2017

LA MIA PRIMA STORIA DI LATTE E' UNA NON-STORIA... Chiara ci racconta....

La mia prima storia di latte è una non-storia. Pietro è arrivato 21 giorni prima del previsto, interrompendo un’attesa idilliaca e catapultandoci in una nuova vita per cui non eravamo ancora pronti. Parto indotto, bimbo che appena nato respira male e mi viene tolto per 72 ore e messo in incubatrice. Per 3 lunghi giorni lo tocco solo infilando le mani negli oblò, lo vedo attraverso un vetro. Per me, che me l’aspettavo tutto diverso, è così straziante che quasi preferisco evitare di andare al nido a vederlo. E da lì comincia la mia discesa agli inferi. Non c’è niente che vada come mi ero aspettato. è tutto sbagliato. Io sono sbagliata. Scoprirò solo più tardi, grazie a Monica, che avrei dovuto tirarmi il latte in quei giorni in cui lui non era con me, che la nascita di un bambino non fa di te automaticamente una mamma. E’ un percorso, che si deve iniziare in due. Io, invece, non riuscivo nemmeno a creare un legame con quell’essere che mi era stato strappato da dentro. Ci ho messo un mese e mezzo prima di arrivare a Monica. Ormai ad allattare non pensavo nemmeno più, avevo pianto tutte le mie lacrime, sentendomi inadeguata, intrappolata nella vita di un altro, assolutamente non portata. Quando è arrivata Monica per il corso di massaggio e abbiamo parlato, con il cuore in mano, per la prima volta dopo mesi mi sono sentita rinascere. Ho capito che era tutto normale, che non ci sono mamme sbagliate e mamme giuste, ma semplicemente mamme. Io ero la mamma di Pietro, un essere speciale per me, un piccolino con il quale ho creato il nostro bonding attraverso il massaggio, che è stato l’inizio della mia rinascita. Ora quel piccolino ha quasi 4 anni e mi chiama la sua regina. Penso di non aver proprio sbagliato tutto! :-) Quando sono rimasta incinta di Jacopo tutti mi chiedevano, con timore e sottovoce, se davvero questa volta avrei voluto allattare. Dopo la prima esperienza, sembrava quasi un’impresa al di là delle mie capacità. Io stavolta ero decisa: avrei allattato. La mente, avevo imparato dal mio primo figlio, è quella che ti può aiutare o distruggere. Questa volta sarebbe stata mia alleata. Così, quando è nato Jacopo, ho subito chiamato Monica appena rientrata a casa. Jacopo si attaccava perfettamente e per me è stata veramente una rivincita, su me stessa e le mie debolezze. Non è stato facile all’inizio, anzi: con due bimbi le cose si complicano, però con un po’ di buona volontà e con l’aiuto preziosissimo del mio compagno e di mia mamma e stressando un po’ Monica, ora siamo a 4 mesi e mezzo di tetta e siamo sereni e quasi mi dispiace un po’ pensare al momento in cui lui si staccherà da me e prenderà la sua strada.