venerdì 8 gennaio 2016

ALLATTAMENTO E RITORNO AL LAVORO . La storia di Milena


Alessia e' nata l'8 settembre 2013 e si è attaccata al seno subito,in sala parto. Per me era la seconda esperienza di allattamento; per sette mesi avevo fatto allattamento misto con la sua sorellina di due anni più grande. Avevo smesso al settimo mese perché iniziando lo svezzamento tradizionale e il lavoro contemporaneamente la produzione di latte era calata tantissimo e avevo 'dovuto' smettere di allattarla. La realtà è che non mi ero informata a sufficienza e non avevo provato ne a tirare il latte per fare scorta ne per tentare di togliere l'aggiunta. Con Alessia e' stato più facile perché lei era molto più vorace, non si stancava e si attaccava più spesso. Cresceva benissimo anche più del dovuto e si attaccava regolarmente ogni 2-3 ore. Superati i problemi tradizionali (ragadi ingorghi e dotti ostruiti..) al quarto mese ci siamo trovate davanti a uno sciopero. La bimba si attaccava e staccava in continuazione solo dal seno sinistro. In quell'occasione ho conosciuto Monica, la consulente IBCLC che aveva aiutato mia cognata e mia nipote che aveva avuto un rallentamento di crescita quando la mamma era tornata al lavoro. Lei mi ha dato alcune dritte utilissime che ci hanno consentito di superare le difficoltà in pochi giorni. Tramite lei, il gruppo SOS ALLATTAMENTO e mia cognata Chiara ho incominciato ad informarmi su come affrontare il fatidico momento della separazione che sarebbe presto arrivato. Avevo già incominciato a tirare e congelarel'esubero di latte che non riusciva a ciucciare soprattutto al mattino. Usavo un tiralatte elettrico medela swing, molto pratico perché riuscivo a portarlo in borsa viste le relativamente piccole dimensioni. In vista del mio ritorno al lavoro ho cominciato a intensificare i tiraggi in modo da avere una piccola scorta congelata per far fronte a ogni evenienza. Dopo ogni poppata tiravo da entrambi i seni un po di latte in modo da congelarne un biberon durante la giornata. Un mese prima del rientro al lavoro avevo concordato con la mia datrice di lavoro un orario che mi consentisse di continuare ad allattare. Ho ricominciato a lavorare a inizio maggio. Alessia aveva otto mesi e da poco più di un mese avevo cominciato ad autosvezzarla. La sua fonte principale di nutrimento era ancora il mio latte. Lavoravo da lunedì a venerdì sei ore al giorno; per tre giorni 4ore al mattino e 2 al pomeriggio e i restanti due giorni 2ore al mattino e 4 al pomeriggio. Durante le 4 ore mi prendevo dieci minuti (che recuperavo) in cui tiravo il latte che Alessia avrebbe preso con il biberon il giorno successivo, lo conservavo nel frigo al lavoro. L'orario era scomodissimo perché per lavorare sei ore rimanevamo fuori casa dieci ore a causa della lunga e inevitabile pausa pranzo di tre ore. Per fortuna le bimbe venivano e vengono tuttora accudite da mia mamma che abita vicinissimo al posto di lavoro. Per tre mesi ho continuato a tirare il latte al lavoro e lei a berlo il giorno successivo. Dopo le ferie di agosto in cui non aveva più preso il biberon perché era sempre con me non ha più voluto prenderlo. Quindi dopo qualche giorno di assestamento ho smesso di usare il tiralatte al lavoro e lei ha imparato ad aspettare che tornassi a casa per ciucciare. Nel frattempo aveva un anno e mangiava abbastanza ai pasti. Piano piano le poppate da 5-6 al giorno (e innumerevoli la notte) si sono diradate fino a diventare 3. Le poppate notturne sono rimaste invariate fino ai 15 mesi di Alessia. Poi causa mia brutta influenza gastrointestinale la bimba e' rimasta due notti con il papà e la notte successiva non ha più chiesto la tetta. Da questo momento il nostro allattamento e' continuato serenamente, le poppate si sono diradate da tre a una serale prima della nanna, fino ai 23 mesi e mezzo quando Alessia ha incominciato ad addormentarsi anche con il papà senza chiedere la 'sua tetta'. Sono passati 15 giorni e ogni tanto mette una manina nel reggiseno mi guarda e mi dice 'tetta....mia!'..