venerdì 28 agosto 2015

QUESTIONE DI RITMO E AMORE....la storia di latte di Antonella e Edoardo


Non ho una vera e propria storia di allattamento da raccontare. È vero siamo partiti un po' a rilento. Mi ricordo che appena me lo misero vicino nel letto subito fuori dalla sala parto, lui non riuscì ad attaccarsi, mi sentì così incapace, l'ostetrica allora mi disse di non preoccuparmi che ci avremo riprovato una volta in stanza. Furono quattro giorni difficili quelli che seguirono, non riuscivo ad attaccarlo da sola e ogni volta ero costretta a chiedere aiuto, provavo e riprovato, ma niente. Purtroppo non tutto l'aiuto fu costruttivo, anzi il più delle volte mi guardavano un po' così... Come dire "eh.. si vede che è il suo primo figlio".. prendevano la testolina di edo da una parte e il mio capezzolo dall altra e glielo conficcavano letteralmente in bocca. Per fortuna Edo ciucciava tutto quello che poteva e anche di più, una volta attaccato era una vera pompa aspira tutto. La montata lattea arrivò praticamente subito. Avevo questo seno enorme che perdeva latte da tutte le parti. Per fortuna, nonostante mi sentissi un po' un " fallimento" come mamma, lui cresceva tantissimo, era quello che aveva recuperato di più dopo il calo fisiologico. Per questo motivo credo non m sia mai stato consigliato aggiunte o paracappezzoli o altri aiuti, come ho sentito in altre storie: Edo cresceva davvero tanto. Riuscì ad attaccarlo da sola soltanto l'ultimo giorno di ricovero, mi sentì un pochino più sollevata. Sapevo dentro di me che io e lui insieme a casa, ce la saremmo cavata. Una volta a casa avevamo ancora un bel po' di problemi, riuscivo ad attaccarlo solo al seno destro e in più mentre era attaccato da una parte, dall'altra lo innaffiato tipo idrante... lo lavavo completamente, così dovevo coprirlo con un asciugamano. Tutti mi dicevano che la posizione più comoda e più semplice era quella da coricata, ma io proprio non ci riuscivo, ho dovuto aspettare qualche mese prima di riuscirci (ora è la nostra preferita x fare la nanna ). Così mi alzavo la notte, andavo in sala, mettevo un piede sul tavolino in modo da riuscire a portarlo alla giusta altezza del capezzolo, lo coprivo con l' asciugamano e li iniziavano i tentativi, innumerevoli, poi una volta attaccato... e chi lo staccava più.. succhiava davvero come se non ci fosse un domani. Era tutto molto difficile, quanti pianti, il mio compagno m chiedeva se ero davvero convinta di continuare, mi vedeva stanca e abbattuta... ma la mia risposta era sempre la stessa: "ce la facciamo, dobbiamo solo trovare il nostro ritmo". Sempre difficile, ma sicuramente il fatto di vederlo crescere come un vitellino.. mi ha reso la situazione meno dura da affrontare.. e anche i pianti e le frustrazioni si potevano sopportare. Ed eccoci qua.. a quasi 18 mesi di tetta... ora la prendiamo in tutti modi la tetta... nel vero senso della parola. Direi che io e il mio ometto ce la siamo cavata alla grande!!! Sono felice di aver institito e sono felice di aver scelto l allattamento a richiesta e prolungato, anche se in realtà..non ho scelto proprio niente.. è venuto tutto da se.. nel modo più naturale.. ascoltando il mio piccolo e i nostri cuori. Rifarei tutto... non c'è legame più intenso e non c'è amore più grande.. vedere nei suoi piccoli occhietti tutto quell' amore incondizionato... sentire quelle piccole manine sul petto...
Per tutto questo è per molto altro ancora.. sono felice di aver insistito.

lunedì 24 agosto 2015

ALLATTAMENTO CHE FATICA ....la storia di latte di Silvia


Avevo fatto tutto il corso pre-parto, ero pronta, carica, inesperta ma speranzosa. Avrei allattato, perché lo volevo e perché ci credevo. Il giorno tanto atteso è arrivato e la prima gioia della mia vita è venuta al mondo, facendomi scoprire una forza che non credevo di avere! Il gioco è fatto, evviva, pensavo, inebriata da quell’amore. La fatica del parto l’ho fatta, ora sarà tutto in discesa. Invece stava iniziando la salita!! I miei capezzoli “inesperti” hanno iniziato a farmi male, ricordo che il secondo giorno dissi in lacrime a mio marito: “ma non ho già patito abbastanza con il parto?Devo soffrire anche per allattare?”. Prima le ragadi, poi la montata lattea che non arrivava. Così il giorno delle dimissioni la pediatra senza troppi giri di parole mi disse che non ci avrebbero mandate a casa se Chiara non avesse preso un po’ di peso. Giù di lacrime e di latte artificiale! A casa non andò meglio, perché nascere nelle vacanze di Natale vuol dire aver la casa invasa da amici e parenti con panettoni e moscato! Altro che tranquillità! Mi intimidivo a star sul divano con le tette al vento mentre qualcuno girava per casa, non capivo l’importanza e la sacralità di quei momenti. Però non ho mollato. Pensavo..se non serve per crescere le servirà come coccola e continuavo ad attaccarla..non sapevo a chi chiedere aiuto, nessuno che mi spiegasse..così ho ascoltato il mio istinto e con lo svezzamento, passate le paure del “non crescerà abbastanza” il mio allattamento è diventato un meraviglioso momento di amore e magia tra me e lei. Abbiamo trovato il nostro equilibrio ed il merito è stato quasi interamente della piccola Chiara, che ha sempre cercato il mio seno e, nonostante i miei pasticci, le mie paure, le mie ansie e i miei dolori, lei non si è mai stancata di ciucciare! Finchè, dopo 18 mesi, ho scoperto di aspettare l’altra gioia della mia vita. “Questa volta allatterò senza problemi, perché lo voglio, perché ci credo e perché…ho smesso ieri di allattarne una! Sono esperta!!” Secondo parto, doloroso ma veloce. Sono più serena : “ non avrò problemi questa volta!” Mi sbagliavo, perché la piccola Elena ha sonno. Dorme…dorme…e non si attacca. La montata non arriva fino al decimo giorno!! E’ stato un atto di fede, non cedere al latte artificiale. Andavo ogni giorno al consultorio per controllare che la bimba non perdesse peso, quando era attaccata al seno si addormentava e dovevo svegliarla perche succhiasse un po’! Questa volta ho avuto il sostegno di Monica Bielli consulente professionale in allattamento IBCLC, fondamentale per non cedere allo sconforto! La differenza, questa volte l’ha fatta il sostegno che ho avuto da lei e dal confronto con le altre mamme del gruppo “SOS ALLATTAMENTO”. Ora la porta di casa era chiusa ai parenti ed il lettone era tutto per me e le mie bimbe. Nella quiete abbiamo trovato il nostro contatto perfetto e l’allattamento ha avuto la storia più meravigliosa e appagante della mia vita. Due anni di tetta fantastici, di un amore puro ed esclusivo. Quante volte mi sono messa con le tette al vento sul divano ed Elena a ciucciare mentre Chiara regolava il volume con l’altro capezzolo! Perché ora l’equilibrio era da trovare in tre. Noi tre. To be continued….