sabato 25 maggio 2013

...quando qualcosa non va, una mamma lo sa...LA STORIA DI VALERIA E DEL PICCOLO LUCIO



Da dove iniziare? beh, iniziamo dal vero inizio, quando tutto è cominciato, quando questo meraviglioso universo si è aperto ai miei occhi ed al mio cuore: quando Lucio è nato!
Il parto è stato un po' difficile, sono saltate fuori un sacco di complicazioni una dietro l'altra, prima le acque che non si rompevano e che anche l'ostetrica ha faticato a rompermi, quando ormai ero dilatata di 10 cm e non si poteva più aspettare, poi le contrazioni che sono sparite, dove non si sa, poi dopo la maledetta ossitocina son tornate e io non le sentivo più, poi la sua testolina che era super in alto e il fatto che abbia dovuto spingere due ore senza la voglia per farla scendere, quando finalmente c'eravamo la mia stellina ha pensato bene di impegnare un braccio insieme alla testa, e messo pure di traverso, cosi mi sono beccata un bel taglio, nonostante avessi passato gli ultimi due mesi a massaggiare e ungere il perineo nella speranza di essere elastica, e alla fine ero talmente stremata che se non mi fossero saltati sulla pancia stile wrestler il mio piccolo non sarebbe mai nato...questo dimostra che le cose non sono mai come ci aspettiamo, ci sono delle sorprese, alcune belle ed alcune brutte, il parto mi ha riservato quelle brutte, ma il dopo ha portato tante di quelle belle, nonostante le difficoltà Lucio stava benissimo e ha gridato subito come un matto, quindi senza neanche pulirlo e aspirarlo mi han fatto tornare in sala travaglio dove un osterica mi ha afferrato una tetta e gliel'ha cacciata in bocca, almeno cosi brutale mi era sembrata la cosa, ma in realtà, riflettendoci, il fatto è che siamo abituate a considerare le nostre tette proprietà privata, non era stata poi cosi indelicata, è solo che non si è abituate ad essere manovrate cosi.
Lucio si è attaccato subito benissimo e sembrava se ne fregasse altamente del mio piangere e tremare...
In seguito è arrivata qualche altra brutta sorpresa, il dolore all'attacco, le ragadi al seno sinistro, quando arrivava il momento della poppata al seno sinistro mi venivan le lacrime solo a pensarci, ancora ora, dopo tre mesi, produco più latte dal seno destro, perchè per evitarmi un po' di dolore la prima settimana attaccavo due volte a destra e una a sinistra...ma ho stretto forte i denti, perchè allattare era una delle cose a cui tenevo dipiù, ho capito che è difficile, ma se ci tieni veramente non ti arrendi, e ho capito il perchè tante mamme si arrendono, perchè l'inizio non è solo difficile, ma è veramente difficile...
La montata non è arrivata subito, e il pediatra mi ha allarmato alle dimissioni, perchè il bambino ha avuto un calo del 15% e secondo lui era a forte rischio, ormonale com'ero, inutile dire che sono arrivata a casa piangendo, pregandolo di attaccarsi come si deve, e invece il mio cucciolo non faceva altro che dormire, avessi allattato a richiesta le prime due settimane avrebbe fatto tre poppate al giorno, cosi mi toccava svegliarlo, anche se mi dispiaceva, ma ero terrorizzata...
Dal quindicesimo giorno di vita la mia stellina ha avuto una crescita pazzesca, e mi son tirata su...
Quando finalmente l'allattamento era diventato più piacevole, i dolori all'attacco e le ragadi solo un ricordo, è arrivata un altra brutta sorpresa...Lucio ha iniziato durante la poppata a strillare come un aquila, ad irrigidirsi e inarcarsi tutto, non capivo cosa c'era che non andasse, siccome il problema è iniziato in concomitanza dei primi vaccini erano tutti pronti a dirmi che era solo "disturbato" per colpa del vaccino (anche la pediatra e la puericultrice), di non preoccuparmi, di stare tranquilla, che non era nulla, che ero io che mi facevo troppe pippe mentali, che ero esagerata...ma io sentivo che qualcosa non andava, e non capivo, ero sempre li a pensare a cosa poteva essere, ero sempre impegnata a cercare un perchè, il momento della poppata, che dovrebbe essere cibo e amore era arrivato a non essere nemmeno più cibo, il ritmo era una succhiata e uno strillo, una succhiata e uno strillo, e io piangevo con lui...mi sentivo inadeguata, come se non riuscissi più a capirlo, come se non riuscissi più a dargli ciò di cui aveva bisogno. Più mi agitavo e più lui reagiva peggio, ma il non agitarsi era diventato impossibile perchè non capivo cosa aveva. Tutti quelli che assistevano a queste scene insistevano che ero io a non avere più latte, o a dire che il mio latte era "diventato cattivo" ma io sapevo che non poteva essere cosi, anche se, quando sei in quello stato psicologico vicino al tracollo, quasi quasi dai retta anche alle stupidaggini della gente. Per fortuna per me non è stato cosi, ho avuto l'immensa fortuna di partecipare alla pagina di sos allattamento, cosi ho esposto i miei dubbi e Monica ha potuto aiutarmi...finalmente una teoria sensata, finalmente ascoltando tutti gli strani comportamenti qualcuno ha saputo dirmi cosa aveva mio figlio.
Si tratta di reflusso silente, tutte le cose si sono collegate, anche cose che aveva fatto da quando era nato e pensavo fossero normali, come ad esempio dopo mangiato il ruminare continuamente e portare la lingua dentro e fuori dalla bocca per ore...pensavo fosse semplicemente la digestione, e invece no...poi c'era il fiume di bava e schiuma che produceva costantemente, il fatto che si svegliasse urlando improvvisamente, che dormisse quasi solo più in braccio e se lo mettevi giù eran strilli, insomma, tutti i nodi sono venuti al pettine.
Ora le cose vanno meglio, sto tentando la terapia posturale prima di dare dei farmaci, e sembra funzionare bene, prima di tutto sapendo di cosa si tratta ho cercato di calmarmi io, poi con qualche accorgimento la situazione è migliorata notevolmente...ora non si poppa più facendo formare una angolo tra tronco e gambe, ma si sta belli dritti, si sta sempre dritti mezzoretta dopo le poppate, in braccio alla mamma o al papà e la nonna, si stringe un po meno il pannolino, insomma cose da poco, che però ti cambiano la vita, e sopratutto cambiano la sua...
Ho capito anche una grande cosa, quando qualcosa non va, una mamma lo sa...non importa cosa dicono gli altri. E' una cosa che si sente dire in giro, ma non ci credi finchè non lo sperimenti.
grazie Monica, agli occhi degli altri sembrerebbe una cosa da poco e invece hai fatto molto molto molto

giovedì 23 maggio 2013

“Mamma...poco poco”... la storia di Patrizia e Santiago


Mia mamma dice sempre a tutti che io ho preso il suo latte fino a due anni abbondanti.

Dice che le tiravo la maglietta e le dicevo “Mamma...poco poco”
Io sorrido sempre quando lo racconta.
E’ per questo, dice, che ho le ossa forti. Poi dice anche sempre che un giorno ha bussato alla testata del letto e mi ha detto “Chi è? Uuuh é il vecchietto. Ha detto che oramai sei grande e non devi più ciucciare”.
E da allora ho smesso di bere il latte di mamma, senza nessun tipo di trauma.

A me nessuno aveva detto che il dolore dell’allattamento sarebbe stato uno dei dolori più dolorosi.
Più delle contrazioni. Veramente nessuno mi aveva detto nemmeno che le contrazioni sarebbero state così dolorose.
Ma l’allattamento.

Quando Santiago è uscito, la prima cosa che ho pensato è stata “Oh noo…ha il mio naso!”
Poi me lo hanno messo sulla pancia, lui ha tirato su la testa in cerca della mia tetta e la seconda cosa che ho pensato è stata: “Ma…ma…vuole già mangiare???”
L’ostetrica me lo ha attaccato e lui ha iniziato a ciucciare come se non mangiasse da mesi.
Istinto animale, ho pensato.
Lo ammetto: mi sono sentita subito una figa ed ero felice perché sapevo storie di bambini che non si attaccano, non ciucciano, che fanno fatica.

Mi è sembrata subito la cosa più naturale del mondo, a parte avere, il giorno dopo, occhi di amici, parenti, conoscenti e passanti puntati sulle mie tette. Ecco quello è meno naturale. Cioè di colpo tutti guardano il bambino, e subito dopo, il bambino attaccato alle tue tette. E tu che fino a poco tempo fa…voglio dire, non è che sia la cosa più naturale del mondo stare con le tette di fuori.
A meno che tu non sia una cultrice del topless.

Due giorni dopo avevo i capezzoli in fiamme. Da lì capii che forse tanto figa non lo ero.
C’era qualcosa che probabilmente sbagliavo. Ma non sapevo che il peggio doveva ancora arrivare.
Di natura sono una che non ama disturbare, quindi ho chiamato poche volte le ostetriche perché pensavo, da stupida, che una mamma deve saper allattare da sola, seguendo la natura. Come fanno i gatti, i cani, e tutti gli altri animali che allattano, di cui non ricordo le specie.
Poi avevo sempre mani e dita di mamme, nonne, papà, nonni, zie, cugine infilate tra la bocca di mio figlio e la mia tetta: ”Mettilo su, guarda che non respira, tienilo alto, tienilo basso, attenta alla mano, ma mangia di nuovo? ma non avrà mica fame? mettiti sulla sedia, sulla poltrona, nel letto…”
E quindi le prime poppate sono state più cha altro uno stress acrobatico da circo con un bel sorriso di circostanza appiccicato alla bocca.
I primi mesi, lo dico in tutta onestà, sono stati una vera prova di resistenza al dolore e di educazione per non mandare a cagare qualcuno.

Io avevo deciso di allattare. E non sono mai stata così determinata in tutta la mia vita.
Volevo che anche Santiago avesse le ossa forti come le mie.
Ho pianto tanto. Ho pianto perché i miei capezzoli si erano tutti tagliati. Ma a Santiago sembrava che la cosa non fregasse minimamente.
Ecco quella è stata la mia forza. Lo guardavo ciucciare per resistere.
Ricordo che quando si avvicinava l’ora della poppata o quando mugugnava perché aveva fame, io iniziavo a sudare. A tremare. Mi uscivano le lacrime e mi irrigidivo tutta. Temporeggiavo, respiravo, lo avvicinavo e quando vedevo quella boccuccia che si faceva enorme, e che da lì a poco avrebbe succhiato con tutte le sue forze procurandomi ulteriori tagli., beh in quei momenti allattare non era tanto naturale.
Per me non sono esistiti pensieri tipo: ”Non avrò il latte”. Per me, mia nonna ha allattato, mia mamma ha allattato, mia zia ha allattato, mia sorella ha allattato. E io avrei allattato. Io volevo allattare.
Una specie di tradizione di famiglia.
La cosa che mi ha aiutata tanto, a parte la determinazione, era sentire mia mamma che stringendomi la mano mi diceva: ”Ci siamo passate tutte” o mia sorella che mi precedeva di 5 mesi che mi diceva: ”Tranquilla davvero, guarda che poi passa” o mia zia “A me usciva il sangue dai capezzoli, quello non è niente” o ancora l’ostetrica che mi incoraggiava come si incoraggia un atleta stremato vicino al traguardo.
Non ricordo quando il dolore è finito.
Ricordo solo che a un certo punto, all’improvviso, è diventato tutto un piacere.
L’ora della poppata era un momento intimo, magico, surreale. Vedere Santi che si addormentava con la tetta in bocca, o che ciucciava come un forsennato sbrodolandosi il latte dalla guance.
In quei momenti del resto del mondo non mi fregava niente.
Ho allattato ovunque. Persino intrufolata in una palazzine del centro città, seduta sui gradini freddi di pietra della scalinata principale. Santi non poteva aspettare.
E una delle cose più belle sono i sorrisi complici che ci si scambia con le donne, quando ti vedono farti cibo per il tuo bimbo.

Santi adesso ha tredici mesi. Ciuccia al mattino, alla sera prima di andare a nanna e ogni volta che ne abbiamo voglia. A me non frega dei pareri di nessuno. Mi sono affidata al mio istinto.
E beh ovviamente anche alle ostetriche, che sono le uniche figure professionali a cui ho deciso di affidarmi.
Quando mi chiedono: ”Ma ciuccia ancora???” A parte pensare “Ma fatti i c. tuoi” rispondo: “Si” con un bel sorriso, come a dire ”Ma certo, perché non dovrebbe???”
Il latte non è mai andato via, nemmeno quando ho attraversato un fortissimo periodo di stress.
Che non è la casa in disordine.

A volte guardo Santi che orami è quasi un ometto e gli dico “Santi forse è il caso di piantarla un po’ lì”
Ma poi lui mi sale in braccio, mi tira la maglietta e mi guarda come per dire ”Mamma…poco poco”
Vabbè Santi, aspetteremo quando un giorno passerà il vecchietto da queste parti…

mercoledì 22 maggio 2013

... Perciò accettate i buoni consigli...Ma l'ultima parola datela al vostro cuore...LA STORIA DI DARIA..


Voglio raccontare la mia storia per tutte quelle mamme che hanno avuto o hanno difficoltà ad allattare.
La mia avventura inizia il 7 Agosto 2011 quando la mia bella bimba vigorosa e potente decise di ciucciare solo da una parte.

Naturalmente ho subito pensato che era un problema mio..e non sapevo proprio da che parti girarmi. In più per tutti i 5 giorni di ricovero la bambina ha continuato così e strillava da matti quando non riusciva a ciucciare..Diventava tutta rossa e soffiava forte con il naso.

Io ero disperata!Le infermiere entravano di continuo per controllare cosa stava succedendo..E a parte alcune tutte le altre non mi hanno tanto aiutato.

Sono uscita dall'ospedale super demoralizzata con la sensazione che non c'è l'avrei mai fatta a risolvere questo problema...

Invece dopo 2settimane che mi tiravo il latte con il tiralatte, dalla parte dove la bimba non ne voleva sapere,come per magia c'è l'abbiamo fatta insieme e abbiamo continuato fino a una settimana fa.

Dopo 21mesi io ho preso la decisione di smettere di allattare

Tranquillamente... ammetto di essermi stancata.

Stanca di non essere libera di andare in bagno durante la notte perché lei ciucciava sempre sopra di me. Stanca di vivere perennemente con il seno per aria tanto da dimenticarlmelo così. Stanca di non avere un ciclo regolare e addirittura di saltarlo

Ma soprattutto la voglia di creare un rapporto diverso con mia figlia, una coccola speciale solo nostra..Un momento solo per noi due che prima veniva rappresentato dall'allattamento ma adesso ci sono altre mille cose meravigliose che possiamo fare insieme.

Ora la mia bambina si addormenta accarezzandomi il seno,le canto la ninna nanna e dorme serena.

Voglio sottolineare che è stato un percorso molto difficile. Anche la decisione che ho preso di interrompere l'allattamento. Ho capito che ogni cosa è possibile se si vuole davvero e che spesso siamo noi mamme a farci tante paranoie e mille problemi mentri i nostri bimbi sanno adattarsi meglio di noi e vivono sereni accanto a noi.. sentono che ogni decisione giusta o sbagliata presa per loro è presa con il cuore!

Perciò accettate i buoni consigli...Ma l'ultima parola datela al vostro cuore.

lunedì 20 maggio 2013

Ma la sua tetta è sempre lì che l'aspetta! ...la storia di Elena e di Emma..


Questo breve racconto nasce dalla voglia di condividere la mia esperienza d'allattamento con altre mamme / neomamme. Naturalmente mi ritengo una “tettomane” convinta ma penso anche che il principale nutrimento dei nostri cuccioli sia il nostro infinito amore indipendemente dal mezzo utilizzato per nutrirli fisicamente.

Emma è nata dopo parecchie ore di travaglio. Non l'ho potuta avere con me per 24 ore . Avevo sognato di stringerla ed attaccarla subito a me ma purtroppo non ho avuto il tempo di farlo. E' così dopo un giorno intero provo ad attaccarla ma senza alcun risultato. Ma come? Al corso preparto mi avevano dato addirittura le indicazioni sulle varie posizioni in allattamento ? Ma perchè non spiegano “l'ansia da prestazione” delle neomamme? Tu sei lì e ti trovi a fare il mestiere più difficile del mondo… tutti cercano di aiutare … ti consigliano … e tu non sai che fare. “Meglio una mamma serena con un biberon in mano che una mamma stressata per colpa della tetta” queste parole riecheggiano nella mia mente. Ed io sono lì che mi chiedo perchè la cosa più naturale del mondo non accada anche a me. Perchè la mia piccola non vuole la carezza più dolce che una mamma può darle?! Ma io non demordo continuo a chiedere l'aiuto delle ostetriche presenti in ospedale ed Emma inizia ad attaccarsi al seno sinistro (ancora oggi il suo preferito) prendendo 15 grammi! Uscita dall'ospedale Emma prende pochissimo il seno destro. Iniziano presto le coliche e lei cerca me, il mio seno ed il mio calore per trovare conforto. Finalmente iniziamo ad attaccarci ad entrambe i seni! Nel silenzio della notte la stendo lì vicino a me e sento, seppur distrutta dalla stanchezza, che sono felice di sentire solo quel suono di “poppata”! Guardo i suoi occhi che curiosi iniziano a cercare i miei per cercare di dare un volto al nome amore. Lei si sazia di me come io di lei in ognuno di quei magici momenti che mi regala. Conosco Monica, organizziamo insieme un incontro tra mamme, ed inizio a non sentirmi più sola … condividere le proprie insicurezze è la principale fonte della sicurezza di essere una brava mamma! Torno alla realtà! So che presto dovrò tornare a lavorare …. così inizio a preparare delle scorte di latte congelato. Ma lei niente non ne vuole sapere del biberon e di quel latte conservato. Corro in macchina per tornare in tempo per le poppate e devo vederla piangere diverse volte per farle accettare quella finta tetta. Dopo tre settimane Emma prende solo il latte fresco ma accetta il bibe! Piangendo butto via quella scorta di latte congelato costatami ore di lavoro e mancato riposo. Mi porto il tiralatte al lavoro e mi “spremo” nelle pause per riempire quelle ciotoline con tutto il latte possibile da lasciare alla mia piccola.
Emma si sveglia continuamente cercandomi di notte e vuole il suo “ciuccio” umano! Mi gratifica sentirmi così essenziale per quel minuscolo essere che ho generato ma la stanchezza mi pervade. Non è mai stata un tipo facile ma iniziamo ad approciarci alle pappe con un discreto successo! Ma la sua tetta è sempre lì che l'aspetta! Oggi Emma ha quasi 9 mesi e come ogni sera si è addormentata alla tetta. Adesso vi devo proprio salutare … Mi aspetta una nottata fatta di tette al vento …

lunedì 13 maggio 2013

LA STORIA"DI LATTE " DI CLAUDIA


La più bella sensazione del mondo, si lo posso dire, entrambe le volte. Alcuni mi prendono per matta quando lo dico, altri per megalomane perché credono che ostenti la mia alta soglia del dolore quando dico che della gravidanza il parto è la cosa che mi spaventava di meno, ma il momento in cui ho sentito i miei piccoli uscire e in cui in un attimo tutti dolori di poco prima erano svaniti ecco credo che siano gli attimi in cui mi sono sentita meglio in tutta la mia vita. Poi girarmi e vedere sul materassone i miei bimbi, ho partorito entrambi allo stesso identico modo, stessa ostetrica, stesa posizione, stesse sensazioni, stessa reazione loro; piangevano ancor prima di essere completamente fuori.
Poi l’attimo subito dopo in cui mi hanno dato il fagotto in braccio e il mio cuore si gonfiava di emozione vedendo anche mio marito in lacrime, la paura di farlo cadere visto la scarica di adrenalina che stava scemando e il mio tremare forte forte.
Davide è nato il 14 marzo 2009 dopo sei ore di travaglio. Un bel bimbo di 3 kg e 500 già biondo, appena fuori me l’hanno subito attaccato e per lui è stata la cosa più naturale del mondo. Nei giorni successivi però la montata lattea ha tardato ad arrivare e Dado ha perso parecchio peso quindi, simpaticamente, la pediatra dell’ospedale mi ha detto allora:- Signora lei di sicuro dovrà dare qualche integrazione ma tranquilla non è la fine del mondo.- Frastornata sono tornata a casa per starci però poco perché giorni dopo mi hanno di nuovo ricoverato il mio piccolo per gli alti livelli nel sangue di bilirubina e per sottoporlo quindi ai cicli di fototerapia come sarebbe poi successo anche con Viola. Per questo motivo entrambe le volte ho vissuto la situazione in modo molto negativo pur sapendo che i bimbi stavano bene solo che, come sapete, la voglia di tornare a casa è tanta e quindi non riuscivo a godermi in pieno i primi momenti col mio cucciolo di turno. Fatto sta che, grazie soprattutto all’ottimo personale dell’ospedale di Novi che mi ha sempre seguito e supportato, anzi, credo di aver fatto venire l’esaurimento quando ero ricoverata con Viola per i miei pianti isterici perché sentivo la mancanza di Davide a casa, il latte è arrivato eccome. Davide in quella settimana, dopo aver avuto un notevole calo fisiologico, è stato dimesso dai cicli di fototerapia che aveva superato il peso della nascita e da li ho capito che ce l’avrei fatta.
Cinque libri, sono gli ultimi che sono riuscita a leggere da quando ho figli e li ho letteralmente “mangiati “ tutti nei primi 40 giorni di vita di Dado che era diventato un prolungamento del mio seno ed io ero un tutt’uno col divano. Era praticamente sempre attaccato; lunga poppata, pisolino quasi sempre in braccio e di nuovo poppata…sinceramente non credo che nei primi due mesi abbia mai tenuto nemmeno due ore fra una e l’altra, fortuna che ho sempre avuto marito, mamma e suocera sempre ad aiutarmi e grandi alleati nell’allattamento ad oltranza. Dopo i primi mesi le tempistiche si sono allungate ma, pur scoprendo dopo i sei mesi il cibo, Davide ha sempre voluto la sua amata “titta” restando parte integrande della sua vita fino a 32 mesi. Quanti sermoni da parte di “amiche” depositarie della conoscenza assoluta secondo le quali Davide sarebbe diventato un insicuro, mammone e io e mio marito ci saremmo allontanati per la mancanza di intimità. Difatti grazie alla nostra mancanza di intimità ad aprile 2011 sono rimasta incinta inaspettatamente della mia Viola e, come sempre ho risposto e rispondo tuttora a quelli che mi rimproverano di far dormire i miei figli nella nostra stanza, dico che per fortuna non vivo in un monolocale ma in un appartamento con diverse stanze. Per quanto riguarda il distacco dal seno di Davide un po’ io ho patito perché mi sentivo in colpa con lui essendo incinta di 30 settimane, mi sembrava di tradirlo. Però la natura è come sempre meravigliosa e più semplice di come noi uomini crediamo, lui dopo qualche pianto si è arreso alla mia volontà ed insieme abbiamo trovato altri modi per coccolarci.
Quindi dopo nove mesi da quell’aprile, il 19 Gennaio 2012 è arrivata nella nostra sconclusionata famiglia la mia principessa, Viola, un terremoto di energia e vitalità che si è dimostrata molto indipendente già dalla nascita. Con lei il latte è arrivato subito e tanto, dopo il ciclo di fototerapia i giorni in casa sono passati veloci, lei tendenzialmente dopo che era sazia si staccava perché voleva fare dell’altro e, una volta scoperto il cibo solido lo ha sempre preferito rispetto al latte. Per carità, ora ha 16 mesi e comunque ciuccia ancora diverse volte al giorno però fra un piatto di lasagne e la tetta questa “ingrata” indiscutibilmente sceglie le lasagne. Con lei non mi voglio porre limiti, dopo l’esperienza di Davide ho deciso di vivere il tutto molto tranquillamente, la natura farà il suo corso e quando sarà il momento manderò in pensione la mia latteria anche se mi mancherà tanto.
La gioia di vedere crescere i propri piccoli non ha eguali e una mamma sa sempre cos’è meglio per i suoi cuccioli ad ogni età, sia che abbia allattato o che per qualsiasi motivo abbia dato latte artificiale.
Concludo con un luogo comune ma che è semplice e vero. ESSERE MAMMA E’ IL MESTIERE PIU’ IMPEGNATIVO MA APPAGANTE E BELLO DEL MONDO…Noi donne per questo siamo molto fortunate e SPECIALI…

Claudia Carrega

venerdì 3 maggio 2013

LATTE E MAMMA...LA STORIA DI CRISTINA


Sono riuscita finalmente a trovare un po’ di tempo…per raccontare la mia storia di “latte e mamma”…..per chi avesse piacere di leggerla.
Mi chiamo Cristina e ho 40 anni! Ho due figlie: Galadriel di 14 anni, nata dal mio primo (unico e ultimo) matrimonio e Ilaria di 40 giorni. Due “bimbe” proprio diverse a vederle…perché ovviamente assomigliano ai rispettivi papa’! Galadriel è nata di ben 5,050 kg alla 41esima settimana, Ilaria di 3,820 alla 38esima. Ho allattato Galadriel esclusivamente al seno per sei mesi e poi, dopo lo svezzamento, per altri otto mesi ha continuato ad attaccarsi. Non ho mai avuto problemi di ragadi (facevo asciugare un po’ del mio latte sui capezzoli per creare una sorta di patina protettiva). Tutto liscio, insomma, se non per il fatto che non prendeva né ciuccio né biberon e quindi la mia tetta era l’unico modo per calmarla, per farla addormentare etc. E’ stato molto impegnativo anche perché quasi da subito ho dovuto seguire una dieta rigorosissima per via di una sua presunta intolleranza ai latticini (si svegliava spessissimo, si strofinava il viso, russava e aveva macchiette e pustoline). Ci sono stati momenti in cui avrei voluto sinceramente mollare, ma ha sempre prevalso la voglia di dare il meglio a mia figlia e la mia testardaggine. Alla fine, quando lei si è staccata spontaneamente e definitivamente, ho pianto! Quindi per Ilaria mi aspettavo lo stesso percorso…anzi pensavo che la montata lattea mi sarebbe venuta prima perché ho iniziato ad attaccarla da subito in sala parto (per Gala non era stato possibile), invece la piccola non riusciva a “prendere” i miei capezzoli, forse un po’ troppo grossi per la sua boccuccia e mi si sono tagliati immediatamente. Sono rimasta in ospedale cinque giorni e per tutto il tempo ho pianto dal dolore ogni volta che provava a ciucciare. Per aiutarmi a guarire un po’ le ferite le infermiere davano l’aggiunta di latte artificiale ogni tanto ed io ero già preoccupata che poi non si attaccasse piu’. Insomma tutte le mie sicurezze da mamma “vissuta” si sono dissolte in un attimo e mi sono sentita alquanto incapace. Tornata a casa e guariti i capezzoli (per fortuna..grazie ad impacchi di connettivina e soprattutto al Purelan), ci si è messo anche il mio compagno a rendermi piu’ insicura di quanto non fossi già…era in ansia perché non aveva il timore che la piccola non mangiasse a sufficienza, voleva che la pesassi ogni volta, mi chiedeva tutte le volte che la sentiva piangere se non fosse per il latte…insisteva anche per usare piu’ spesso il biberon con il latte artificiale.
Insomma un vero stress..cosi’ ho chiamato il pediatra che aveva seguito Galadriel che mi ha consigliato di rivolgermi ad una consulente per l’allattamento…Monica Bielli. Cosi’ ho fatto: gentilissima è venuta a casa mia e ha supervisionato la bimba, il suo modo di attaccarsi al seno, il mio modo di allattare…mi ha dato preziosissimi consigli e mi ha rincuorata ed incoraggiata. Mi ha fatto sentire una “buona madre”. Nei giorni seguenti ho affittato il tiralatte elettrico per evitare ingorghi mammari, facilitare un po’ la piccola e rassicurare anche il padre (ogni tanto il bibe con il mio latte tirato lo sollevava). Ho eseguito gli utili esercizi per la suzione corretta e tutto si è risolto anche abbastanza velocemente. Ilaria ha imparato ad attaccarsi bene, i capezzoli non mi fanno piu’ male, ho latte in abbondanza, ho restituito il tiralatte (ne ho uno manuale che va benissimo all’occorrenza). Beh rimangono poi i soliti problemi…intolleranza alimentare come la prima figlia (e te pareva!!!) e le temutissime coliche!! Sono di nuovo a dieta strettissima..vorrà dire che faro’ prima a tornare nei miei “mitici jeans”!
GRAZIE MONICA….

giovedì 2 maggio 2013

LA STORIA DI FLAVIA E DEL SUO QUARTO ALLATTAMENTO FINALMENTE RIUSCITO!

Ciao mamme, mi chiamo Flavia ho 33 anni e ho avuto 4 figli.
Vi scrivo perché so cosa si prova ha non allattare per consigli errati e allattare per consigli adeguati, vi dico che per i primi tre figli ho avuto un allattamento misto, semplicemente perché mi avevano convinta che il mio latte per quanto fosse abbondante non era nutriente, NON CREDETE hai consigli dei "nonni", quando dicono di mettere il latte in un bicchiere e se diventa acqua non è buono, SBAGLIATISSIMO in alto rimane la sostanza, e una volta riscaldato (non bollito) riprende ad essere come appena tirato...
Ora ALLATTO da quasi 4 mesi il mio bambino e DEVO RINGRAZIARE Monica, perché grazie a questa pagina ( https://www.facebook.com/groups/sosallattamento/ )e i suoi consigli ho appreso che avrei potuto allattarli tutti, certo avrei avuto bisogno di un aggiunta, ma non avrei rinunciato e preso anche le pastiglie per togliere il latte, quanto ero delusa per mia figlia non poterla allattare, che pianti ho fatto perché mi sentivo inadeguata, non ero in grado di nutrirla nonostante ero una centrale del latte, ricordo dopo 11 anni come fosse ieri, la pastiglia per togliere il latte in mano, il bicchiere dall'altro e le lacrime che scendevano e... aspettavo... un cenno un gesto un qualsiasi aiuto per non ingerire la pillola, tutto perché avevo seguito i consigli di chi mi diceva tua figlia ha fame e il tuo latte non ha sostanza... Oggi il mio bambino cresce benone prendeva 500g ogni 15gg, poi per sue necessità ho dovuto dal 3 mese iniziare ad aggiungere latte artificiale , ma la notte c'è solo la mamma..
Verissimo allattare stanca e pesante ti esaurisce non sai se mangia a sufficienza se ciuccia ed esce oppure no... ma quando tra le braccia lo stringo e lui si attacca a volte anche solo per giocare e un momento nostro nessuno può "rubarci" questa nostra complicità questo nostro abbraccio, gioco, riso, AMORE..
NON rinunciate ad allattare per quanto Vi consiglino di lasciar perdere... prima consultatevi con ESPERTE IN ALLATTAMENTO perché tante volte anche i pediatri non aiutano in questo!!! ed è una fortuna AVERE QUESTO GRUPPO ( https://www.facebook.com/groups/sosallattamento/ ), questa tecnologia usiamola per giusti fini.
CERTO se in gioco c'è la Vs saluta, questo è un altro discorso, io parlo solo per chi come me aveva solo bisogno di integrare il LA al mio e avrei allattato...
UN BACIO AI BIMBI/E E A TUTTE LE MAMME:::: GRAZIE MONICA!!!!!!



GRAZIE A TE FLAVIA ! SENTIRTI SERENA PER QUESTA TUA RIVINCITA , PER ME è BELLISSIMO! Monica